Cerca
Cerca
+

Fedez? Che barba, che noia: le pagelle di Sanremo 2023

Esplora:

Fabrizio Biasin
  • a
  • a
  • a

È il giorno del pagellone. E “pagellone” significa anche «addio Sanremo, a Dio piacendo ci si rivede tra un anno». Ecco a voi il “meglio e peggio di...” secondo i nostri parzialissimi giudizi (in rigoroso ordine sparso).

GRIGNANI
8 È arrivato con il marchio dell’inaffidabile e, in effetti, qualche pasticcio- vocale soprattutto - lo ha combinato. Ma ha portato un gran pezzo, ha dimostrato inaspettata lucidità nel momento del guaio tecnico («A 20 anni non avrei mantenuto la calma, a 50 anni so come si fa»), ci ha regalato un duetto con Arisa sulle note di Destinazione Paradiso che è già leggenda, è addirittura arrivato secondo nel Premio della critica Mia Martini dietro a Colapesce-Dimartino. Evviva Gianluca, alla faccia di chi gli vuole male.
COMICI
2 Angelo Duro è stato coraggioso... Pure troppo. Alessandro Siani è uno da “risate a denti strettissimi”. Per il resto i momenti divertenti sono stati soppiantati dalla cascata di monologhi. E ci sono rimasti solo i comici involontari: Al Bano e le sue flessioni, per dire.
FIORELLO
8 Fiorello non era iscritto al Festival 2023 ma, per fortuna, ci è entrato dalla porta di servizio. I suoi collegamenti “dalla strada” hanno avuto l’effetto di un’endovena di caffeina purissima. Se abbiamo retto una settimana di dirette fino all’alba, il merito è suo. Rosario, sia chiaro: per l’Amadeus V ti rivogliamo in prima fila.
TRE TENORI
9 Il momento più bello del Festival: Morandi, Ranieri e Al Bano che prendono possesso del palco e lo “sbranano” come solo loro sanno fare. Mezz’ora di revival ed emozioni che sono piaciute ai nostri nonni, ma hanno conquistato pure i nostri nipoti.
Fe-no-me-na-li.
MOSTRI SANREMESI
10 Per ben due anni la pandemia ci ha privato di una delle cose più affascinanti dell’esperienza sanremese: i mostri della riviera. Ebbene, sono tornati: donne impellicciate, ballerini di strada, imitatori, sosia di Al Bano e Pavarotti, urlatori vari, gente che per una stretta di mano a Iva Zanicchi darebbe un rene. E forse lo ha dato davvero. Che meraviglia.
MONOLOGHI
3 La media tra il 7 pieno della Francini, l’ampia sufficienza della Fagnani e il nulla di Ferragni e Egonu.
I monologhi dovrebbero esprimere un’urgenza (devo dire a tutti i costi una cosa), a Sanremo sono diventati il compitino da portare sul palco per alimentare il proprio ego, una sorta di “obbligo regolamentare” del quale non si sente l’esigenza.
INFLUENCER DEL TELEVOTO
4 La nuova potenza mondiale, l’influencer, è diventato il discrimine tra una partecipazione di successo e una destinata a scomparire.
L’artista con la fan base assai quotata può anche cantare Fra Martino e comunque scalerà la classifica, il suo collega fuori moda può pure portare Imagine e finirà comunque sul fondo più profondo della graduatoria.
CUGINI DI CAMPAGNA
7 I Cugini hanno portato un gran pezzo, Lettera 22, ma sono i Cugini e la gente li prende per il c**o perché «sono antichi e hanno ancora gli zatteroni». Eppure dispongono di gran voce, non si affidano all’autotune, sanno quello che dicono, si sono comportati benissimo. Il pezzo scritto da La Rappresentante di Lista lo ascolteremo a lungo.
BLANCO
5 Ha fatto una min***ta, c’è chi per questa minchiata ha chiesto l’ergastolo artistico. Non esageriamo. Il ragazzino che un anno fa vinse e convinse si è giocato male “il ritorno”, ma per fortuna supererà l’infame e tipico accanimento-social. Quantomeno ha dato un senso alla serata del martedì (un filo soporifera).

AMADEUS
9 Se il voto vi sembra generoso vi invitiamo a considerare due aspetti. 1) Gli ascolti, enormi. 2) Nessuna saga cinematografica al quarto capitolo regge il confronto con il primo, lui ce l’ha fatta. Amadeus sta al Festival come Al Bano all’acuto.
TANANAI
9 Da ultimo e sbertucciato ad amatissimo e intonato. Sempre con la semplicità che distingue i mentecatti dalle persone senzienti. Bravissimo.
FEDEZ
1 Mercoledì ha rappato contro questo e quello, venerdì si è ripresentato e ha fatto ancora il ribelle, ieri si è piazzato in prima fila, ha avuto persino la trasmissione su Rai2. Eppure in passato aveva manifestato chiaramente la sua antipatia per Viale Mazzini. È un nemico del sistema, ma pure complice. Più che voler trasmettere messaggi fondamentali per la sorte del pianeta sembra che abbia una paura micidiale di perdere i riflettori. È un ragazzo intelligente che vive il terrore della normalità. E ci mancava solo il “limone” selvaggio con Rosa Chemical...
LA FACCENDA ZELENSKY
0 Un mese di inutili parole.

Dai blog