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Lollobrigida, "perché noi siamo i più stabili in Ue": la rivelazione

Pietro Senaldi
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Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, è stato il primo ospite di Terraverso, il nuovo podcast della tv di Liberoquotidiano.it. In questa pagina riportiamo una parte dell’intervista che ci ha rilasciato ieri e che è interamente disponibile sul nostro sito. «Vogliamo dirlo? Non è solo uno il soffitto di cristallo sfondato dal governo Meloni, ossia quello che l’Italia ha avuto il primo presidente del Consiglio donna, e che l’ha espresso il centrodestra, una cosa storica, il cui valore resterà anche tra duecento anni...».

 

 

 

L’altro soffitto è la destra al governo, e come partito guida?
«Sì, la sinistra si è presentata alle elezioni divisa in tre, ma con un unico denominatore comune: se vince Fdi, sarà il disastro, in Italia arriveranno le cavallette, saremo esclusi dal consesso occidentale, scoppieranno guerre di piazza. Invece sono arrivati solo i grilli, e non per colpa nostra ma dell’Europa. La democrazia non è in pericolo, abbiamo dimostrato che la destra può governare e i cittadini non si buttano dalla finestra. Anzi, l’Europa ribolle, Macron governa senza la maggioranza del Parlamento, ieri in Gran Bretagna c’è stato uno sciopero generale che non si ricordava da quarant’anni, la settimana scorsa ero a Berlino e la città era invasa da una protesta di trattori».

Stiamo meglio degli altri?
«Sicuramente l’Italia oggi ha un governo stabile. Questo è l’altro soffitto di cristallo sfondato: eravamo il Paese dei governi ballerini, oggi siamo quello con la maggioranza più solida».

Tanto stabile che si cerca i guai da sola?
«Allude alla vicenda Cospito. Non voglio sfuggire alla domanda. Mi lasci però prima dire che, grazie a questa nuova stabilità, l’Italia può essere d’aiuto al resto d’Europa. Possiamo svolgere un ruolo guida nel necessario riequilibrio dei poteri tra gli Stati membri dell’Unione, dove permangono delle effettive carenze di pari opportunità. In passato l’Italia non ha difeso i propri interessi: i tedeschi hanno fatto gli interessi dei tedeschi, i francesi gli interessi dei francesi, gli spagnoli gli interessi degli spagnoli e gli italiani hanno fatto gli interessi dei tedeschi, dei francesi e degli spagnoli. Diciamo che ora l’aria è cambiata...».

Fratelli d’Italia ha l’ambizione di cambiare l’Europa? Ma come, la Meloni non è diventata una draghetta?
«È un’ambizione che ci può stare. L’Europa a volte è congelata in dinamiche di potere che possono escludere gli elettori per concentrare il ruolo guida in organismi non rappresentativi e questo può creare confusione. Il nostro obiettivo è dare più peso agli azionisti della Ue, ossia gli Stati, i cittadini».

E per farlo vi alleerete con il Partito Popolare?
«Trovo più naturale un’alleanza del mondo conservatore nel suo complesso piuttosto che l’attuale maggioranza Ursula, con sinistra e moderati insieme».

Per cambiare l’Europa sarebbe disposto a mangiarsi qualche grillo?
«Li ho assaggiati anni fa a New York. È un’esperienza che non vorrei ripetere anche perché i grilli sono molto grassi e per diventare commestibili vengono sottoposti a un processo industriale particolarmente invasivo, che non mi tranquillizza dal punto di vista della salute».

Per la causa però...
«Per ora stiamo provando a mangiarci i grilli nostrani, in modo da avere un governo che possa essere rispettato in Europa senza dover ricorrere a genuflessioni, anche in termini di rinunce della nostra qualità alimentare. E di certo li abbiamo indeboliti».

La guerra al vino portata avanti dai Paesi nordici, che vogliono imporre etichette terrorizzanti sulle bottiglie, è dovuta a scarsa cultura alimentare dei nostri partner o è un tentativo di concorrenza sleale?
«Entrambe le cose. I Paesi nordici hanno un problema di alcolismo, che è loro e non dipende dal vino e non possono pensare di risolvere a nostre spese. Hanno una differente cultura alimentare, per loro il cibo è carburante e chi mangia è un consumatore. Per noi invece chi mangia è una persona e la qualità del cibo è garanzia di buona qualità della vita, anche a livello medico. Poi però c’è anche la questione della concorrenza. Il cosiddetto nutri-score, il semaforo sugli alimenti, che affida a un algoritmo la valutazione sulle proprietà benefiche o nocive di un alimento è un modo per avvantaggiare alcuni segmenti di mercato a danni di altro e fa male, ingiustamente, ai nostri prodotti. Diciamolo, qualsiasi cosa giri in Italia è meglio di un grillo fritto».

 

 

 

Come si vince la battaglia?

«Convincendo gli altri Stati che, tutelando i prodotti italiani combattiamo la standardizzazione alimentare e facciamo anche i loro interessi, proteggiamo la qualità e la loro salute. In questa battaglia non siamo soli, con noi ci sono la Spagna, la Francia...».

A conferma che la pace si fa a tavola...

«Davanti a un buon bicchiere di vino. Ma noi con la Francia non siamo mai stati in guerra».

Ministro, lei è abile, ma non penserà di sfuggire al caso Cospito?

«Cosa vuole che aggiunga rispetto alle parole del presidente Meloni e del Guardasigilli? La minaccia anarchica va presa sul serio: due mesi fa è stato fatto un attentato alla sorella di una parlamentare del Pd, nostri deputati sono stati minacciati di morte. Bisogna stare attenti a non giocare con il fuoco».

L’opposizione in questo momento è in difficoltà e scarsamente rappresentativa. C’è un pericolo eversione in Italia?

«Se ne parla, da anni, in Europa. Noi di Fdi ci stiamo ponendo il problema di un ritorno del terrorismo. Non bisogna sottovalutarlo e occorre fare fronte comune contro i criminali».

Il caso Cospito-Donzelli ha fatto riemergere le accuse a Fdi di autoritarismo, di voler imporre un governo ordine e disciplina...

«La legalità è il presupposto perché una nazione funzioni. Se qualcuno può non rispettare la legge o se si fanno delle eccezioni, si crea disparità e si incentivano le persone a non credere nello Stato. L’obiettivo che ci siamo dati è che ci siano dei principi di tutela dell’interesse nazionale e delle persone perbene che vengano sempre rispettati, chiunque governi. C’è una parte della sinistra che lo ha compreso e condivide l’ambizione, un’altra parte che lo ha compreso ma ci attacca per interesse di bottega e una terza parte che probabilmente non lo capirà mai».

 

 

 

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