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Giustizia, quanto ci costano gli errori dei pm: ecco le cifre

di Paolo Ferrari giovedì 2 febbraio 2023

3' di lettura

L’anno scorso sono stati sborsati «9.951.067 per 8 casi di errore giudiziario e 27.378.089 euro per 539 casi di ingiuste detenzioni». A dirlo è il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari (Lega) rispondendo ieri alla Camera ad un’interrogazione a prima firma Enrico Costa (Azione-Italia viva).
Il sottosegretario ha spiegato che si tratta di «dati grezzi e non elaborati», in attesa della definitiva relazione del Ministero. Inoltre «non risultano avviate» negli ultimi cinque anni «azioni disciplinari» nei confronti di magistrati «per ingiusta detenzione, al di fuori dei casi di ritardata scarcerazione in seguito alla scadenza dei termini di custodia cautelare». Insomma, tutto a tarallucci e vino.

Per poter fare domanda di risarcimento, poi, serve una sentenza definitiva di assoluzione. Se il reato si è prescritto prima, come capita spesso, il periodo trascorso in custodia cautelare non viene risarcito. La normativa, con questi paletti stringenti, è fatta apposta per scoraggiare la richiesta dei risarcimenti ed evitare spese aggiuntive per lo Stato. Ogni giorno dietro le sbarre, per la cronaca, viene risarcito con 250 euro. «Ricordo sempre che dal ’92 ad oggi 28mila persone sono state arrestate ingiustamente e risarcite per una cifra complessiva che supera gli 800 milioni di euro. Anche se il 90 per cento delle ingiuste detenzioni non viene risarcito sulla base del presupposto che il sottoposto a cautela ha “contribuito” colposamente all’errore avvalendosi, come prevede il codice, della facoltà di non rispondere», ha ricordato Costa.

NESSUN COLPEVOLE - «Anche nel 2022, come nell’anno precedente il dato sugli innocenti finiti in carcere ingiustamente e risarciti è molto al di sotto della media», commentano invece Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, fondatori dell’Associazione Errorigiudiziari.com. «Si conferma la tendenza restrittiva dello Stato a limitare gli indennizzi. Proprio qualche mese fa il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto aveva detto che “gli oneri dell’equa riparazione per ingiusta detenzione non sono pesanti: sono pesantissimi” e per questo vanno limitati. Il messaggio è stato recepito da tutte le Corti d’Appello che, secondo una nostra indagine, respingono il 77% delle istanze presentate per ottenere un risarcimento, e allargando oltremodo la platea dei cosiddetti “innocenti invisibili”, le persone finite in carcere da innocenti ma non indennizzate», sottolineano i due giornalisti che da oltre 30 anni si occupano di errori giudiziari. «Invece di preoccuparsi di come far calare i casi di ingiusta detenzione, è lampante che lo Stato faccia di tutto per contenere le somme che escono dalle sue casse per gli indennizzi», aggiungono Lattanzi e Maimone che di recente con la loro Associazione hanno prodotto e realizzato “Peso Morto”, il docufilm sulla storia di Angelo Massaro che, per un errore giudiziario ha trascorso ben 21 anni in carcere da innocente.

«L’altro dato su cui bisogna riflettere è che malgrado la media delle persone indennizzate resti comunque alta, negli ultimi cinque anni non sono state avviate sanzioni disciplinari nei confronti dei magistrati. Insomma le toghe non sbagliano mai, come emerge anche dalle statistiche sulle valutazioni professionali dei magistrati: il 99,2% ottiene un giudizio positivo», concludono Lattanzi e Maimone.

MAI PIÙ - «Quelli di oggi non sono solo numeri, ma casi di vite sofferte. Tutto questo rende opportuno istituire una giornata in memoria delle vittime di errore giudiziario, pertanto depositeremo convintamente un disegno di legge sul tema», hanno dichiarato Erika Stefani ed Ingrid Bisa, rispettivamente capogruppo della Lega in commissione Giustizia al Senato e alla Camera. «Casi come quello di Enzo Tortora, uno dei più grandi errori giudiziari mai commessi in Italia, ci insegnano che è necessario ricordare quanti cittadini hanno dovuto affrontare un calvario giudiziario per poi rivelarsi innocenti, affinché certi episodi restino nella memoria e non riaccadano mai più», hanno poi aggiunto le due parlamentari leghiste. 

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