The Ashbee, uno spicchio d'Inghilterra a Taormina
Un hotel tutto lusso ed eleganza per coniugare l'architettura siciliana e il cosmopolitismo di Londra. Con un occhio dalla tecnologia
The Ashbee propone il concept della propria casa, quella dei sogni di tutti. Dal restauro di un antica villa dei primi del novecento, in un incrocio tra la tradizionale architettura siciliana e quella più cosmopolita inglese, 'The Ashbee Hotel', appartenuta al Generale Shaw-Hellier che la fece commissionare al famosissimo Architetto Charles Robert Ashbee, esponente di spicco dell'Arts & Krafts Londinese, si trova a pochi passi dal rinomato Corso Umberto, nel cuore di Taormina. Qui potrete visitare teatri, musei opere storiche ed artistiche, o fare shopping tra negozi sciccosi e piccole botteghe di artisti d'altri tempi, o ancora gustare i tipici piatti della tradizione culinaria siciliana ed italiana ma anche piatti internazionali rivisitati in chiave mediterranea. 'The Ashbee Hotel', offre agli ospiti ogni tipo di comfort e servizio strizzando l'occhio all'English Style, simbolo rappresentativo dell'accoglienza The Ashbee. Le moderne camere e suite, con elementi antichi, coniugano armonia, comfort, tecnologia e gusto, al servizio di un ambiente raffinato ed esclusivo. The Ashbee Bar, vi propoone una calda atmosfera da salotto di casa, luogo perfetto per trascorrere momenti di relax degustando un tea, in un ambiente elegante in puro stile britannico, ma allo stesso tempo specchiandosi in contorni tipicamenti siciliani. L'elegante Roof Garden, con la sua vista panoramica, vi accoglierà per un aperitivo, con sottofondi musicali d'altri tempi. Ed ancora dopo cena, in un ambiente suggestivo e riservato in una terrazza senza fine, è Lounge Terrace. Sotto il caldo sole di Taormina, tra solarium, snack bar e piscina panoramica immersa nel verde, i vostri momenti per leggere, riposare o semplicemente rilassarsi sono assicurati. La lussuosa struttura dispone del servizio che arriva direttamente dalla Scuola Maggiordomi Room service 24 ore su 24. di Francesca Lovatelli Caetani