Mattarella a casa, la sinistra lo stressa già

Agenda confermata per il presidente: sarà a Genova per il 25 aprile. Appello dell’opposizione contro il governo
di Elisa Calessivenerdì 18 aprile 2025
Mattarella a casa, la sinistra lo stressa già
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Dimesso ieri dall’ospedale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella farà una breva convalescenza, ma tornerà presto al suo lavoro. Tutti gli impegni ufficiali, infatti, sono stati confermati. Intanto ieri, poco dopo le nove di mattina, ha lasciato l’ospedale Santo Spirito ed è tornato al Quirinale. Le dimissioni erano attese perché l’intervento che ha portato all’applicazione del pacemaker era andato bene. Del resto, come specificato subito da fonti ufficiali del Quirinale, si trattava di un’operazione programmata, circostanza che esclude ci sia un allarme sulle condizioni di salute del presidente.

L’operazione è stata eseguita senza complicazioni, e già nella notte successiva i medici hanno riferito che Mattarella risultava «totalmente asintomatico» e in condizioni cliniche stabili.
La degenza post-operatoria si è svolta regolarmente. Ovviamente per i prossimi giorni dovrà riposare per riprendersi dal ricovero e anche per consentire la cicatrizzazione delle ferite. Ma l’applicazione di un pacemaker è ormai diventata una operazione di routine, per cui la ripresa, si dice al Quirinale, sarà rapida e di sicuro migliorerà sensibilmente la qualità della vita di Mattarella, che il prossimo luglio compie 84 anni.

L’agenda non ha subìto grandi cambiamenti. E, passata la Pasqua, sarà segnata da appuntamenti in vista della Festa della Liberazione. Tutti gli impegni sono stati confermati.
Il primo evento è previsto per il 23 aprile: il presidente della Repubblica incontrerà gli esponenti delle associazioni combattentistiche e d’arma in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. Poi ci sarà il 25 aprile, giornata della Festa della Liberazione, appuntamento sempre centrale per il presidente, ma soprattutto quest’anno, visto che ricorrono gli 80 anni dal giorno in cui gli Alleati liberarono il nostro Paese dal nazifascismo. Per ricordare questo momento Mattarella, il 25 aprile, sarà a Genova, città Medaglia d’Oro al Valor Militare. Qui il presidente della Repubblica visiterà Villa Migone, luogo simbolo della Resistenza italiana.

SESTO SENSO PARTIGIANO
in questo posto, infatti, il generale tedesco Günther Meinhold firmò l’atto di resa di fronte al Comitato di Liberazione Nazionale, sancendo la liberazione della città. Unico caso in Europa in cui un contingente militare tedesco rassegnava le armi alle forze della Resistenza senza alcun intervento bellico degli Alleati. Al Teatro Ivo Chiesa andrà in scena lo spettacolo “D’oro, il sesto senso partigiano”: e alla rappresentazione presenzierà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sarà la decima tappa di quello che al Quirinale è stato definito un vero e proprio “pellegrinaggio laico”. A dimostrazione dell’attenzione che Mattarella riserva a questa ricorrenza, è da poco uscito un volume che raccoglie i discorsi pronunciati da Sergio Mattarella in occasione del 25 aprile, dal giorno della sua elezione nel 2015 ad oggi. Il libro, pubblicato da Interlinea e intitolato “La nostra libertà”, riporta i nove interventi del presidente dedicati alla memoria della Liberazione. In questi interventi, Mattarella definisce l’antifascismo come il «fondamento etico della nostra nazione», ricordando come la Liberazione abbia rappresentato non solo la fine dell’oppressione nazifascista, ma anche l’inizio di un percorso europeo condiviso, in opposizione ai «nazionalismi fuori dalla storia». Non ha fatto in tempo a tornare che è stato investito da una nuova polemica.


POLEMICA SULLA SCUOLA
Ieri, infatti, nel giorno in cui scadeva il termine a disposizione delle scuole per poter inviare osservazioni alla bozza sui nuovi programmi scolastici messi a punto dal ministero dell’Istruzione, 18 tra associazioni e sindacati, appoggiati da parlamentari di Pd, Movimento Cinquestelle ed Avs, hanno indetto una conferenza stampa alla Camera dei deputati durante la quale hanno bocciato il documento, ritenendolo «inaccettabile». Non solo. Hanno scritto al presidente della Repubblica perché intervenga in quanto «garante della Costituzione». Secondo queste associazioni l’impianto dei nuovi programmi ha «un chiaro ritorno al passato, è pedagogicamente inconsistente e con un modello di consultazione farsesco e umiliante». La convalescenza si annuncia breve.