Lo slogan che, qualche anno dopo, ha seppellito Luigi Di Maio, "è colpa mia". A rivelarlo è Rocco Casalino, l'ex potentissimo portavoce del Movimento 5 Stelle ai tempi del governo gialloverde, poi passato direttamente a fianco del premier Giuseppe Conte, fino a diventare l'eminenza grigia del grillismo.
Da ex concorrente del primo, storico Grande Fratello, fino a Palazzo Chigi: una favola italiana che Casalino racconta a Maria Latella, ospite del suo programma A casa di Maria Latella martedì sera su Rai 3.
Il riferimento di Casalino è all'ormai mitologico "abbiamo abolito la povertà", la frase pronunciata da Di Maio, ai tempi vicepremier e ministro del Welfare e del Lavoro nel Conte 1, la notte in cui il CdM approvò il reddito di cittadinanza. Una "fanfaronata", con il senno di poi, ma certamente efficace dal punto di vista mediatico.
"C'era una persona che si occupa di economia a Chigi che mi disse 'guarda, ma così, con questa norma, avete abolito la povertà!' - ricorda Casalino -. Se a un uomo di comunicazione dai uno slogan così... È chiaro che ho avuto un corto circuito e ho detto 'ma, davvero, cioè... è una frase pazzesca, no?'". E così l'ha suggerita a Di Maio, riconoscendo che sì, "è stata colpa mia". Forse pure con una punta di orgoglio.
Nell'intervista c'è spazio anche per una dolorosa rivelazione personale: il rapporto con il padre. "Ho timore di non essere in grado di essere un buon padre", ammette di fatto ricordando l'esempio negativo ricevuto. "Al capezzale di tuo padre, che sei andato a trovare quando stava morendo, hai pensato: 'muori'", gli ricorda la Latella. "Si parla molto di violenza sulle donne, ma va messo un accento anche a tutta la violenza che subiscono i figli che vivono quella violenza in casa, no? Era un po’ un segnale a voler dire a tutti gli uomini violenti che un giorno pagherete un prezzo - commenta Rocco -. Molto spesso guardo i film e ogni volta rimango sorpreso di come viene poco rappresentata la vera violenza che subiscono alcune donne, perché non è mai lo schiaffo, è una violenza che si avvicina molto all'omicidio, estrema, forte! Quindi posso capire il ragazzo che poi reagisce... Io ero molto piccolo. Sicuramente avevo la frustrazione di non riuscire a difendere mia madre, però se quella violenza io l'avessi vissuta a 20 anni, sicuramente una reazione l'avrei avuta".