Diego Della Valle, "Trump mi ha scritto una lettera": la rivelazione a DiMartedì

mercoledì 16 aprile 2025
Diego Della Valle, "Trump mi ha scritto una lettera": la rivelazione a DiMartedì
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​Incontri ravvicinati con Donald Trump. Non il presidente, ma il costruttore e imprenditore immobiliare nella sua primissima vita da businessman

In studio da Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, c'è Diego Della Valle, ad e azionista di maggioranza di marchi come Hogan e Tod's e nome di spicco anche della finanza italian con ruoli in Rcs e Mediobanca. "Lei l'ha conosciuto Trump?", gli chiede il padrone di casa. E l'imprenditore fiorentino replica con un sorriso un po' imbarazzato.

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"Trump mi scrisse una lettera quando ha costruito la Trump Tower, chiedendomi se volevo chiamare un appartamento. Ma credo che l'abbia mandato a migliaia di persone. Alla fine - puntualizza l'ex patron della Fiorentina - l'ho preso da un'altra parte, non si sa mai...". 

C'è quindi stato un altro contatto con l'attuale presidente americano: "Poi abbiamo fatto un viaggio in aereo, se non mi sbaglio un Tokyo-Hong Kong insieme, ognuno al posto suo, quindi 'buongiorno' e 'buona sera' quindi praticamente non ci conosciamo". 

Diego Della Valle e la lettera di Trump: guarda qui il video di DiMartedì su La7

A proposito del Trump pre-politica, nelle scorse ore ha fatto il giro del mondo la rivelazione di Chris Columbus, celebre regista di Hollywood che aveva firmato la saga di Mamma ho perso l'aereo. Nel secondo capitolo, Mi sono smarrito a New York, il magnate aveva strappato una comparsata nel ruolo di se stesso. Il piccolo Kevin McCallister, interpretato da Macaulay Culkin, rimasto ancora una volta senza famiglia per un equivoco alloggia da solo al Plaza hotel, luogo cult della Grande Mela extra lusso di proprietà proprio di Trump. Che diede l'ok alle riprese a una sola condizione: poter apparire nel film.

"Semplicemente volevamo girare al Plaza Hotel, eravamo disperati", ha ammesso Columbus, che nel 2019 tagliò la scena con Donald e Kevin ma solo per il mercato canadese. E oggi, 33 anni dopo l'uscita della pellicola nei cinema mondiali, in una intervista rilasciata al San Francisco Chronicle il regista picchia duro facendo una polemica sul Trump presidente: "Se lo taglio, probabilmente verrò spedito fuori dal Paese. Verrò considerato non adatto a vivere qui".