Diego Gabutti ha raccontato a suo modo, colto e disincantato, gli anni Ottanta. Che “sconvolsero il mondo”, dice il sottotitolo del libro pubblicato da Neri Pozza editore: dall’attentato a papa Giovanni Paolo II, per esempio, al crollo del comunismo che lo aveva ordito avvertendo il pericolo costituito per l’Unione Sovietica da quel pontificato. Forse ancor più del riarmo missilistico della Nato che avrebbe fatto collassare Mosca. Per quanto preso dalla rievocazione scrupolosa e spesso originale dei tanti fatti e personaggi di quel decennio, mi sono stupito - anche per un’esperienza diretta e personale che rivelerò alla fine - dal credito che anche il mio amico Diego ha dato alla leggenda di Bettino Craxi in qualche modo traditosi nei rapporti con gli Stati Uniti, sino a pagarne gli effetti nel decennio successivo, quando esplose il ciclone di Tangentopoli. E il leader socialista si precluse la possibilità, pur maturata una volta caduto il comunismo, di fare prima e meglio di quanto sarebbe poi riuscito all’amico Silvio Berlusconi.
In particolare, secondo Gabutti che ne scrive al presente, Craxi nel 1985, pur reduce dalla vittoria referendaria sui tagli alla scala mobile, “la fa fuori del vaso” sfidando gli Stati Uniti di Reagan. Siamo alla famosa notte di Sigonella, a sequestro concluso della nave italiana Achille Lauro nelle acque del Mediterraneo. I terroristi autori di quel sequestro al comando di Abbu Abbas, rimesso in riga da Yasser Arafat dopo un intervento di Craxi, ma non in tempo per evitare l’assassinio del passeggero americano, ebreo e paralitico Leon Klingoffer, furono imbarcati su un aereo egiziano per essere portati al sicuro in Tunisia. Ma i caccia americani intercettarono il velivolo e lo fecero atterrare nella base italiana, dove i marines in assetto di guerra lo circondarono per catturarne i passeggeri. Alla richiesta telefonica, diretta e notturna del presidente americano in persona il presidente italiano del Consiglio, dalla sua stanza d’albergo a Roma, «fa spallucce» - racconta sempre Ga butti al presente - e ordina che i Carabinieri circondino a loro volta i marines e impediscano loro la cattura dei terroristi e del comandante Abbas. Che, peraltro provvisto di un passaporto diplomatico egiziano, non è neppure trattenuto in Italia per il processo, diversamente dai suoi sottoposti. Egli fu trasportato rocambolescamente a Roma per farlo fuggire altrettanto rocambolescamente al sicuro altrove.
La crisi della sinistra parte da Mani Pulite e dalla guerra a Bettino Craxi
Merita qualche riflessione non solo retrospettiva ma anche attuale, per la perdurante esondazione del potere giudiziario...Nel fare “spallucce”, pur erigendosi a garante della sovranità nazionale come ancora gli riconoscono anche gli avversari, Craxi commette l’errore, sempre nel racconto di Gabutti al presente, di «non capire che talvolta l’uomo con la pistola non la scampa con l’uomo col fucile». Reagan in persona, memore anche dell’aiuto ricevuto da Craxi nel già ricordato riarmo della Nato, si sarebbe poi riconciliato con lui, prima scrivendogli e poi ricevendolo alla Casa Bianca. Nonostante questo, tuttavia, Craxi alle prese con Tangentopoli, solo 8 anni dopo, «si troverà senza un amico al mondo», conclude Gabutti alludendo appunto all’abbandono da parte degli americani, o peggio. In realtà, a tradirlo sarebbero stati alleati politici pavidi e persino compagni di partito collusi con gli avversari comunisti. Parlavo una sera allo stesso Craxi nella sua casa di Hammamet di questa leggenda sugli americani quando scattò l’allarme in una villa adiacente. In un attimo fummo protettivamente circondati da poliziotti armati sino ai denti. Craxi mi chiese: «Tu pensi che io potrei stare così al sicuro qui senza il consenso e l‘aiuto degli americani?». Cioè fidandosi solo delle pur ospitali autorità tunisine?