Mattia Madonia, la sparata dello scrittore: "Soffro d'ansia per il fascismo"

Il direttore di The Vision usa il Duce per farsi pubblicità gratuita e attacca Meloni. Per colpa del suo "rinnegare il manifesto di Ventotene", ha vissuto "un'inquietudine"
di Lorenzo Cafarchiogiovedì 10 aprile 2025
Mattia Madonia, la sparata dello scrittore: "Soffro d'ansia per il fascismo"
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“Io sto bene, io sto male”. Il fascismo eccolo arriva sempre di più. Sempre più forte. Bussa alle porte e causa angoscia. Chiudersi in casa è l’unica soluzione. Mattia Madonia, direttore responsabile della testata digitale The Vision, lancia l’ennesimo allarme. «Ho gli attacchi d’ansia perché il mondo è sempre più fascista, soffro di “fasciofobia”». Allertate il presidio. L’incubo in camicia nera, che pensavamo aver relegato nella mimica di Luca Marinelli e del suo Duce, è realtà. Non più un sogno. Ma secondo quanto ci ha insegnato l’attore romano Benito Mussolini è come «le bestie, sente il tempo che viene» e Madonia, che deve essere meteoropatico invece, prevede tempesta. Cielo pesto e libertà ai minimi storici, non quella di scrivere la qualsivoglia però. Quella sia chiaro non è in bilico. La pietra dello scandalo? «Per esempio, quando alla Camera Giorgia Meloni ha rinnegato il Manifesto di Ventotene». Respiro controllato e tastiera ben salda tra le dita, l’affanno non può vincere. «Mi sono trovato di fronte a una situazione inedita, ovvero ad avere forti momenti d’ansia a causa della situazione politica nazionale e internazionale intorno a me».

Gli statunitensi, che sono campioni nel dare nomi a sensazioni di cui non sentivamo l’esigenza, la chiamano political anxiety. Eppure a queste latitudini i giovani hanno solo sentito parlare della gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto andata in frantumi contro Silvio Berlusconi. «Io non so cosa fare». Ecco perché queste righe sembrano, senza i pregi della sublime produzione musicale, l’Emilia paranoica di cui furono cantori i CCCP. Nessuna divergenza con il compagno Togliatti ora, ma un’ansia ai massimi che forse, per dirla alla Cioran, è «memoria dell’avvenire?». Nell’articolo, come detto apparso sul sito The Vision, vengono mescolati «studi scientifici» ed «esperienze personali». Il nesso per comprendere è qui. Le visioni, le allucinazioni e gli abbagli diventano metro di giudizio della realtà. Il mondo personale erto a modello unico con un d’accordo gridato nelle orecchie, in stile Wanna Marchi, che scimmiotta la voce del padrone.

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Madonia elenca tutti sapendo di sapere. Sono tutti fascisti da Netanyahu a Putin, passando per Trump, Orban, Milei ed Erdogan. Ma non importa se ideologicamente non ci azzecchino nulla con il fascismo, sono sansepolcristi nell’anima. Lui lo sa e lo scrive. «Il fascismo è un modo di fare, è una prepotenza, una sopraffazione che torna nella storia». Il pittore sassarese Mario Sironi, nel Manifesto della pittura murale, si accontentò di descrivere l’ideologia plasmata da Mussolini come uno stile di vita, addirittura la vita stessa degli italiani. Aggiungendo che nessuna formula sarebbe stato in grado di spiegarla in toto. Per fortuna che viviamo nell’era di Mattia Madonia in modo da comprendere che tutto è fascista. O forse no. O forse urlare contro il fantasma della Luna è solo un modo per far comprendere, più chiaramente, che laddove tutto è fascismo, nulla è fascismo. Alberto Busacca, animatore di queste colonne, nel suo ultimo libro intitolato proprio “Fasciofobia” lo aveva già detto e predetto. Gli antifascisti «di oggi hanno rinunciato a conquistare il popolo e si compiacciono nel sentirsi una minoranza illuminata che deve comandare per diritto divino e partigiano». L’omelia è fatta, la richiesta è di andare nel mondo nel nome di Ventotene. Con la sicumera che le proprie idee siano esse stesse il tragitto verso il confino. Il confino dalla ragione.