No, Luca Bottura non ha preso bene la risposta di Paolo Del Debbio a Dritto e rovescio, lo scorso giovedì sera. E come sempre accade, i panni sporchi vanno lavati in pubblico, su X. "Dopo l’attenzionamento retequattrista, la quantità di insulti e minacce anche in privato è aumentata esponenzialmente. È appunto quel che accade col retequattrismo. Naturalmente, non cambia nulla. Ma, diciamo, il teorema ha avuto una dimostrazione molto puntuale. Grazie a chi mi ha espresso vicinanza", scrive sul suo profilo l'opinionista de La Stampa.
Ricapitoliamo. Nei giorni precedenti Bottura si spende in una a tratti commovente difesa di Romano Prodi, dopo la tirata di capelli e la risposta immotivatamente sgarbata alla giornalista di Quarta Repubblica Lavinia Orefici. Anziché prendere le distanze dalla reazione del professore, il giornalista (e con lui anche molti esponenti del Pd e dei salotti informativi d'area progressista) si spendono in un elogio dell'ex premier in chiave anti-Mediaset: "Prodi ha fatto benissimo - scriveva Bottura -. Era ora che qualcuno desse al retequattrismo la risposta che merita. Peccato solo sia toccato a chi esegue ordini e non alla ghenga che ha trasformato una gran parte del giornalismo italiano nella cinghia di trasmissione della produzione di odio".
Replica secca di Del Debbio, su Rete 4: "Lo dica a sua sorella il retequattrismo, capito? Non esiste il retequattrismo, se vuol dire che è qualcosa che non va bene, se lo tenga per sé, perché non gliene fo**e nulla a nessuno". Da qui la ribattuta di Bottura, che però sotto al suo post raccoglie parecchie critiche e sfottò. A cui lui, con enorme spirito di abnegazione, replica individualmente.
"Io li odio gli economisti dell'Illinois", aveva scritto Bottura a un utente citando i "nazisti" del film Blues Brothers, che oggi ripropone lo screenshot di quel post aggiungendo: "Salve Bottura, si ricorda di quando mi diede del nazista per aver spiegato il piano di aggiustamento di Milei? (Verso il quale non ho simpatia) Saluti". "Io però non sono responsabile della sua sindrome passivo-aggressiva. Consulterei qualcuno in grado di aiutarla", ribatte Bottura.
Stesso copione ripetuto all'infinito: "Ora non per dire io non guardo proprio la tv ma voi credete veramente di fare informazione? Sui giornali riportate la propaganda Nato e dell UE...", "Matteo, spero di non urtarla ma il suo post è incomprensibile".
"Mi scusi signor Bottura, ma esattamente che mestiere fa? Forse sono fuori dal mondo ma non l ho mai sentita nominare", "Gestisco alcune trattorie".
"Non credo proprio che ti abbiano insultato i 'retequattristi', piuttosto gli 'antibotturisti'! Non pensare che il botturismo sia migliore del retequattrismo, anzi!", "Grazie Ernesto. In cosa consiste?".
"Ha avuto anche lei i suoi 30sec di celebrità. D'altronde è quello che cerca no? Altrimenti non scriverebbe tutte quelle corbellerie in serie che servono solo per fare parlare di lei", "Ma sa che no, Danilo? Io scrivo cose in cui credo e continuerò a farlo perché mi piace pensare di trovare qualcuno che la pensi come me. Vedo che gli orsetti sono contrari, me ne farò una ragione".
"Chi usa un linguaggio come il suo viene travolto da chi usa lo stesso linguaggio. Quelli come lei si chiamano odiatori, hanno sempre la verità in tasca e spargono proclami su tutti i social", "Grazie Gino, io ho usato quell’epiteto una volta sola in vita mia, verso uno squadrista radiofonico. E ho sbagliato. Per il resto, non credo proprio di appartenere alla genia cui lei mi iscrive. Un caro saluto".
"Giusto... offendere senza essere offesi è un diritto solo a sinistra", "Buongiorno Carlo, mi qualifica l’offesa?".