E piano piano ci siamo arrivati. Alla fine Michele Serra ha spiegato il vero obiettivo della manifestazione di piazza del Popolo di sabato scorso. Celebrare l’Unione europea? No, o comunque non solo. Parlare di pace? No, anche perché sulle armi ogni partecipante aveva idee diverse. Attaccare Trump?
Certo, questo era l’unico vero collante, ma c’è qualcosa di più. Cosa? Semplice: accusare la Meloni, come di consueto, di essere una fascista. L’occasione, per Serra, è arrivata giovedì sera, quando era ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita, su La7. Si parlava del manifesto di Ventotene (e di cos’altro vuoi parlare?) e la firma di Repubblica è andata all’attacco: «Semi fondamentali dell’idea federalista europea, in quegli anni, sono stati l’antifascismo e l’antinazionalismo, quindi è del tutto scontato che la presidente del Consiglio non si riconosca nel manifesto di Ventotene, mi stupirebbe il contrario».
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Dov'è finito Roberto Benigni? A sinistra lo show su Rai 1 Il Sogno sarà sembrato, appunto, un sogno di...«Ho trovato un po’ troppo emotiva la reazione di parte dell’opposizione», ha aggiunto, «bisognava solo prenderne atto e dire “presidente, non ci sorprende affatto che lei non sia favorevole al federalismo europeo e che non sia favorevole ai valori fondamentali dell’Europa”, che sono gli stessi della Costituzione italiana, come ha detto la Schlein». E se lo dice Elly...
A questo punto è arrivata la tanto attesa domanda di Formigli: «Quindi c’è una connessione tra il fatto che lei non si dichiari antifascista e il fatto che non le piaccia il manifesto di Ventotene?». Risposta: «Io ho sempre pensato che non ha senso chiederle di dichiararsi antifascista, perché non lo è. Bisogna essere sereni rispetto a una situazione che è sicuramente preoccupante ma è questa da anni».
PiazzaPulita, Michele Serra dà della fascista a Meloni: "Preoccupante, ma scontato"
Delle critiche di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene e dell'impazzimento della sinistra, soccorsa a tempo reco...Ora, Serra ha delle ragioni. In effetti era ampiamente prevedibile che la Meloni non fosse una grande fan del manifesto di Ventotene. L’impronta socialista, i dubbi sulla democrazia e le parole sulla proprietà privata non le ha scoperte il premier l’altro giorno, ma sono note da tempo e sono naturalmente lontane dalla visione politica della leader di Fdi. Però non condividere certe frasi di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi non significa affatto non essere favorevole ai valori fondamentali dell’Europa né essere in contrasto con la Costituzione (nonostante quello che può dire la Schlein). Soprattutto, poi, criticare il manifesto di Ventotene non vuol dire affatto essere fascista. Tanto che stroncature di quel testo sono arrivate anche da autorevoli intellettuali non certo accusabili di nostalgismo, come Ernesto Galli della Loggia, Luca Ricolfi o, proprio qui su Libero, Corrado Ocone.
Eppure il giochino dei progressisti è sempre lo stesso: non la pensi come noi? Sei fascista, quindi non dovresti ricoprire cariche pubbliche. Anzi, non dovresti proprio parlare. Se osi farlo, come abbiamo visto, partono i capricci: urla, insulti e perfino pianti.
Serra, da Formigli, ha parlato anche del fatto che la piazza di sabato, come rivelato da Libero, è stata pagata dal Comune di Roma, quindi da tutti i cittadini. Uno scandalo? Per il giornalista no: «Certe polemiche sono stravaganti. Il Campidoglio non solo ha pagato la manifestazione, l’ha proprio organizzata.
La manifestazione è stata indetta da dodici sindaci di grandi città italiane. Era una piazza civica, non c’era un solo simbolo di partito, non ha parlato un solo esponente di partito». Insomma, è giusto che sia stata pagata da tutti perché era una piazza di tutti. Peccato che: - l’ha lanciata Serra su Repubblica - in piazza c’erano solo politici di sinistra (esclusi i grillini) - quel giorno, con Repubblica, veniva distribuito proprio il manifesto di Ventotene, nel quale non si riconosce la Meloni e presumibilmente, a giudicare dal risultato delle elezioni, nemmeno la maggioranza degli italiani. Insomma, sembrava proprio una (legittima) manifestazione di parte. Allora perché hanno dovuto pagarla tutti? Perché sì. E chi protesta è fascista come Giorgia...