
Federico Rampini gela la sinistra: "I due motivi per cui l'Europa dovrà ringraziare Trump"

Ci sono due motivi per cui l'Europa dovrà dire grazie a Donald Trump. A dirlo non è un repubblicano, bensì Federico Rampini. Ospite di In altre parole, il programma condotto da Massimo Gramellini su La7, l'inviato del Corriere della Sera ha ricordato la telefonata tra il presidente degli Stati Uniti e Vladimir Putin. Colloquio durante il quale lo zar ha accettato di sospendere per trenta giorni i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche ucraine e ne ha dato "subito l'ordine all'esercito russo".
Poi, arrivando al voto sul piano per riarmare l'Europa, Rampini ha voluto dire la sua. Per il giornalista "non è vero che bisogna riarmare l'Europa, non è vero che arsenali importanti funzionino da deterrenti. L'Europa in questo momento è sul punto di fare due salti di qualità per merito di Donald Trump". Si tratta di progressi "che erano necessari da molto tempo". Quali? Il primo "è quello della Difesa comune"; il secondo, di cui in Italia si parla pochissimo, "è la svolta tedesca contro l'austerity". "Se il futuro cancelliere tedesco Merz fa quello che dice di voler fare, la Germania cambierebbe modello di sviluppo e l'Europa non avrebbe più bisogno di farsi trainare dalla locomotiva americana. Avrebbe una locomotiva in casa: la Germania", ha concluso Rampini.
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Come ribadito tempo addietro, per il giornalista "Trump vuole passare alla storia come quello che ha terminato la guerra in Ucraina. L'Europa non è in cima ai suoi pensieri". Insomma, smontate le teorie per cui il presidente Usa starebbe pensando di far crollare l'Unione europea: "Non persegue un disegno sistematico di divisione, smantellamento dell'Unione europea, anche se pensa che quel compito lo stanno svolgendo già gli europei da soli. Vi assicuro che, stando in America e ascoltando i leader europei che sono andati negli Usa, si capisce che le cose che vanno a dire da Trump sono molto diverse da quelle che dicono a voi".
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