
Piccolotti e la Tesla, "le nostre posizioni scomode": il video che la "seppellisce"

Ci mancava il complottismo: Elisabetta Piccolotti, al centro del caso Tesla, sostiene di venire attaccata "per le nostre posizioni scomode". Oggi il Foglio ha svelato che la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra possiede una modello di Tesla, azienda leader nell'automotive elettrico fondata da Elon Musk. Praticamente, l'auto del Demonio.
Lei si è difesa, sostenendo di averla comprata prima che Musk "diventasse nazista", di aver scelto il modello che costava meno (47mila euro) e di volerla vendere al più presto, non appena appunto finirà di pagarla in leasing, perché possederla è diventata "un peso politico". Sui social è partita la canonica raffica di sfottò, con chi l'accusa più gettonata di ipocrisia. Lei prova a difendersi replicando, tweet per tweet. E contrattaccando, dando la colpa ai giornalisti.
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"Notizia importantissima di cui tutti oggi debbono discutere: nientepopodimeno che il fatto che io guidi una Tesla. Si sono agitati tutti i giornalisti, da destra ci attaccano e sui social ci sono anche un sacco di meme divertenti, e allora ho pensato che sia bene raccontarvi tutta la storia, che è questa: io prima di diventare parlamentare non ho mai avuto un'auto, giravo in bicicletta, oppure in treno, oppure me la facevo prestare da altri miei familiari, poi ho cominciato a fare sempre più iniziative, per esempio in campagna elettorale per le europee in tre mesi ho guidato per 15mila chilometri, e quindi è emersa la necessità di acquistarne una. Siccome siamo ecologisti e anche coerenti, ho pensato che fosse bene acquistare un'auto completamente elettrica, ma me ne serviva una che garantisse una lunga percorrenza in sicurezza e quindi avesse anche un'autonomia importante. Io non sono un'esperta di automobili, ho guardato un po' sui siti, ho visto tante opzioni e ho visto che tante opzioni costavano più della Tesla. E alla giornalista che ieri mi ha telefonato non ho detto che la Tesla costa poco, ho detto che la Tesla costa meno di altre auto con le stesse caratteristiche", spiega con dovizia di particolari l'onorevole di Avs in un video sui social.
"Comunque alla fine decido di fare questo acquisto e decido di farlo con la soluzione del leasing, tanto che l'auto non è intestata a me, questo perché oggi quest'auto mi serve - aggiunge -, magari fra pochi anni non mi servirà più e volevo sentirmi libera di lasciarla senza troppi pesi. Nel frattempo Musk ha cominciato a manifestare le sue opinioni politiche, è arrivato fino a fare il saluto nazista e io quel giorno ho deciso che una volta che avrò finito di pagare le rate del leasing lascerà quest'auto, come tra l'altro giustamente stanno facendo tantissimi consumatori europei e in tutto il mondo".
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"La verità è che noi siamo un po' ostaggio delle tecnologie delle Big Tech, delle tecnoligarchie che stanno sostenendo Trump, dalle mail di Google ai pagamenti con Paypal passando per l'intelligenza artificiale di Altman e tanti altri strumenti tecnologici. Gli europei non hanno una vera e propria autonomia e stride un po' che Von der Leyen investe sulle armi invece che in innovazione tecnologica. Ma perché però questa Tesla è diventata motivo di cotanto scandalo? Lo è diventata perché forse noi abbiamo delle posizioni scomode, perché facciamo delle battaglie importanti a difesa dei diritti delle persone comuni e quindi andiamo delegittimati, sempre. Andiamo delegittimati se giriamo con l'auto Diesel che magari va a fuoco, come è successo qualche mese fa, andiamo delegittimati e presi in giro se giriamo con le Pande rosse, ci attaccano se siamo vestiti bene, ma anche se siamo vestiti male, come hanno fatto indegnamente con i nostri parlamentari europei il giorno della loro elezione".
"A noi - conclude Piccolotti - di tutto questo non importa granché, sappiamo di fare le battaglie giuste, di avere delle posizione coraggiose. Non ci faremo intimorire. Continuate pure a discutere della Tesla, intanto però chiudiamo questa parentesi e continuiamo a occuparci delle cose serie".
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