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Pier Silvio Berlusconi, il figlio Lorenzo? Le clamorose parole di Clemente Russo

Roberto Tortora
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Se si potesse prendere in prestito il brano con cui Lucio Corsi ha stupito tutti a Sanremo e cambiarlo, si potrebbe dire “volevo essere un duro… e in realtà lo sono!”. La frase va dedicata a Lorenzo Berlusconi, 14 anni, figlio di Pier Silvio che al Palasport alla Fiera del Mare di Genova ha partecipato alla Elite Top Fight di pugilato e sta emergendo come un giovane talento di prospettiva.

Di lui ha parlato anche il grande Clemente Russo, responsabile della squadra senior maschile, con l’obiettivo di arrivare ai prossimi giochi olimpici di Los Angeles: “Lorenzo ha fatto un buon incontro: molto intelligente, molto tecnico con una buona guardia e mettendo tanti buoni pugni a segno. Se continua così, allenandosi con impegno può togliersi tante belle soddisfazioni”. Anche il papà presente a bordo ring, Russo compiaciuto: “È stato un padre super esemplare ma soprattutto il primo tifoso di suo figlio. L'ha accompagnato sotto al ring, è rimasto all'angolo. Mi sono permesso di fargli i complimenti: non tutti i papà riescono ad andare sotto il ring con il proprio figlio. C'è chi ha paura, chi è in tensione, chi si emoziona. Lui è stato molto bravo a non mettergli pressione”.

Il vice-campione olimpico, dopo averne sentito tanto parlare, ha visto per la prima volta Lorenzo Berlusconi ed è rimasto soddisfatto: “Mi hanno detto che era molto forte. Ma la cosa che stupisce di lui, per essere un ragazzo di 14 anni è la testa che ci mette in quello che fa, nella boxe. Non perde tempo davanti alla Playstation o a cose futili: il suo unico obiettivo è combattere. Prima di arrivare a Genova ho sentito telefonicamente Pier Silvio. Ho sentito un padre gasatissimo, contentissimo di quello che sta facendo suo figlio. Lo vede più tenace, più forte e concentrato sul suo obiettivo che è la boxe. È la stessa cosa che mio padre ha visto in me quando ero solo un ragazzino. Mio padre – spiega Clemente Russo - era una persona che non sapeva nulla di pugilato, faceva ciclismo. Ricordo che ogni tanto entrava in palestra e si sedeva nel suo posticino. Stava lì, in silenzio e guardava l’allenamento e poi a casa ogni tanto mi diceva: ‘Sei stato bravo oggi!’. Ho capito che Pier Silvio sta facendo la stessa cosa con suo figlio. Osserva con attenzione affidandosi a dei maestri pe far sì che suo figlio dia il massimo”.

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