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Tomaso Montanari fuori controllo: cancella l'ateneo da X per protestare contro Elon Musk. Ma lui...

Tomaso Montanari

Francesco Storace
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Si professa coerente e quindi dice basta a Elon Musk. O meglio, alla sua piattaforma, la vituperata X. O meglio, basta lo fa dire alla “sua” Università per stranieri di Siena. Perché lui, il mitico rettore Tomaso Montanari, vuole continuare a sproloquiare proprio lì. E così, in questa singolare (e bipolare) espressione della libertà di parola, il compagno Montanari censura l’ateneo che dirige ma continua la sua personale resistenza social. Dove blocca tutti quelli che gli stanno antipatici – compreso chi scrive – ma scordandosi di attivare tutte le funzioni che servono a rimanere lontani dal suo account. E così le porte restano spalancate ma non si può interagire, il che non è necessariamente un male.

Una specie di dottor Jekyll e mister Hyde. La tragedia è esplosa all’inizio della settimana. L’ultimo tweet dell’università è pomposo, grave, definitivo. Pare che abbiano riunito i migliori cervelli dell’ateneo per decidere di abbandonare Musk al suo destino. E poi hanno trovato il coraggio di comunicarlo al mondo: «Sappiate che siamo coraggiosissimi dietro questa tastiera”. Tiè. Quindi il comunicato “ufficiale” su X: «L’università per stranieri di Siena, per decisione unanime del Senato Accademico, ha deciso di NON PROSEGUIRE la sua presenza su X». Ricordate l’agente Catarella di Montalbano, quello che diceva «di persona personalmente»?.

Beh, fa un po’ lo stesso effetto leggere che un organo universitario annunci la «decisione di decidere». Ma non si può avere tutto dalla vita. Risparmiamo al lettore le astruse motivazioni seguite all’ultimo tweet, quasi approfittando dell’ospitalità dell’uomo più ricco del mondo. Quel che colpisce è che un luogo di libertà diventi quasi la sede di una specie di totalitarismo da evitare, dove però non si impedisce alla persona del Rettore di continuare a scorrazzare con i suoi estremismi. Una mano si blocca, l’altra agisce. E la tastiera – non ci sono ancora quelle intelligenti – è costretta ad obbedire. Una volta clicco, la seconda non mi muovo.

 

Se non sono matti non li vogliamo, diceva l’arguzia contadina. Non manca il suo soccorso – rosso – al compagno Paolo Berizzi, Repubblica, quando fa gnegnè alla seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, che ha espresso un giudizio non esattamente entusiasta sulle cose che scrive. No, Berizzi, non si può criticare e arriva Montanari a difenderlo dal cattivone che siede alla presidenza del Senato. Ancora: domani, 10 febbraio, l’Italia celebrerà la Giornata del Ricordo per i Caduti delle Foibe. E come fa non campeggiare sull’account di Montanari il solito oltraggioso tweet? Si faccia “verità storica” sulle “responsabilità del fascismo”. L’Anpi traccia il solco e il Rettore lo difende.

Va aggiunto che per ora Montanari si sta limitando a “repostare” moltissimo i pensieri che gli piacciono. L’ultimo suo riguarda, ovviamente, un articolo che ha scritto lui, guardacaso proprio contro Elon Musk, effigiato come se sotto la maschera avesse il volto di Adolf Hitler. Che cosa è un Rettore? È – dovrebbe essere – il numero uno, ad esempio, per le attività didattiche e scientifiche dell’Ateneo che gli è assegnato. Nel caso dei poveri stranieri che si trovare a studiare a Siena, si preparino ad essere indottrinati ideologicamente.

Liberissimo di fare ciò che vuole, ma prima o poi anche Tomaso il compagno dovrà scoprire la responsabilità pubblica della sua funzione. Non siamo del suo livello, ma un suggerimento ci permettiamo di offriglielo: se domani dovesse arrivare in ateneo un utente di X e dovesse chiedergli “professore, ma sul social ci si può stare o no in questo paese”, vogliamo sperare che non gli risponda “dipende” da quale. Sarebbe un pessimo segnale.

 

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