Mario Buscemi, il generale truffato da 8 spogliarelliste: conto prosciugato, quanto si sono intascate
Un milione di euro sperperato in regali a 8 giovanissime ragazze. Non per una questione di "generosità", ma per "circonvenzione di incapace". Svolta nel clamoroso caso del generale di Corpo d'Armata Mario Buscemi, scomparso lo scorso 29 luglio a 88 anni, e della sua amicizia particolare con alcune spogliarelliste.
Ex parà, ex magistrato della Corte dei Conti, presidente nazionale di Assoarma per 15 anni: il generale Buscemi insomma non era uno qualunque e anche il patrimonio accumulato durante la sua lunga e prestigiosa carriera lo avrebbe dovuto confermare. Quando però i parenti hanno scoperto che il suo conto corrente milionario era ridotto a poche centinaia di euro hanno deciso di portare tutto in Procura, accusando le spogliarelliste con cui si accompagnava negli ultimi mesi della sua vita di essersene approfittate. Se in un primo momento questa tesi era stata confutata, con il generale capace di intendere e di volere e di aver fatto tutto per una sua scelta precisa, bizzarra ma lucida, ora una nuova perizia avrebbe chiarito come le ragazze avessero in realtà approfittato delle debolezze dell'ex consigliere militare del presidente del Consiglio per ottenere regali e benefici di ogni tipo a loro favore.
Un raggiro bello e buono, insomma, iniziato dal 2016 come riporta il Corriere della Sera. Le ragazze avrebbero convinto il generale Buscemi a comprare loro "una lunga lista di regali: diamanti, abiti griffati (Cavalli, Balmain o Loro Piana), profumi costosi (Dior, Coco Chanel e altri), borse firmate (Prada o Chanel), vacanze pagate (da Ibiza a Formentera alle Eolie)". Secondo il neurologo del generale, Maurizio Marasco, le spogliarelliste avevano capito il punto debole di Buscemi, reso fragile dal combinato disposto di età avanzata, pensione e vicende familiari "particolarmente dolorose".
Per questo motivo il caso non verrà archiviato, grazie alla perizia depositata in procura dai familiari del generale. Sconvolti dai movimenti finanziari per le singole spogliarelliste: "Una aveva addirittura convinto Buscemi a regalarle una casa sulla Tiburtina da 250mila euro. Qualcuna ha avuto meno (tra i 40 e i 50mila), un'altra 88mila, una 100mila", ricapitola sempre il Corsera. Non era semplice "infatuazione", come frettolosamente era stata bollata questa storia ai limiti dell'avventura boccaccesca o giù di lì: agli atti risulta infatti che testimoni vicini alla vittima avessero descritto una situazione di grave prostrazione, con vuoti di memoria e problemi di linguaggio. Non un "arzillo vecchietto" che aveva deciso di godersi gli ultimi anni della su vita, insomma. Semmai, una triste storia di fragilità contrapposta a un cinico calcolo.