Guai a contestare Nino Cartabellotta: ecco il nuovo idolo dei compagni da salotto
Si dice che Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, avesse una voglia matta di collaborare anche con questo governo e si sia attivato per incontrarne gli esponenti. Si dice anche che i suoi interlocutori non gli abbiano dato particolare soddisfazione; non per disistima o partigianeria, piuttosto per la difficoltà di capire in che modo l’uomo potesse rendersi utile. Lesa maestà, il Cartabellotta se ne è avuto a male e, combinazione, da allora non perde occasione per sparare a palle incatenate contro l’esecutivo.
L’ultima intemerata è sul tema liste d’attesa: dei sei decreti attuativi fatti per risolvere il problema dei tempi delle visite, ne è stato approvato uno, lamenta Gimbe, omettendo di dire che altri tre sono già passati e attendono solo il via libera della conferenza Stato-Regioni; anche per essi quindi l’esecutivo ha fatto il suo. A ricordarlo, ci ha pensato Francesco Zaffini, senatore di Fdi, che ha accusato il medico di mentire. Tanto è bastato per scatenare le ire dei pezzi grossi della sinistra, da Elly Schlein ad Angelo Bonelli, fino a Michele De Pascale, presidente dell’Emilia Romagna, dove la fondazione ha sede. Il coro è unanime: Giorgia Meloni tenga a bada i suoi e guai a criticare Cartabellotta, impegnato da anni a difendere il sistema sanitario nazionale. Anche da M5S si sono fatti sentire, per una volta d’accordo con il Pd.
Ora, che cosa abbia mai fatto per il servizio sanitario nazionale Cartabellotta, in realtà è un mistero. Certo è che Gimbe è stata miracolata dal Covid. Prima, la fondazione era conosciuta da pochi addetti ai lavori. Dopo, si è costruita l’aurea di un’istituzione scientifica, anche se di scientifico ha poco o nulla: la fondazione fa dei corsi di formazione professionale per il personale sanitario, per i quali riceve denaro pubblico, e poi «promuove l’applicazione e la diffusione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca», come spiegato nella sua pagina su internet. Chi finanzia questi studi? Che titolarità ha Gimbe per valutare i risultati scientifici altrui? Su quali cervelloni della medicina può contare? Sono domande per le quali è difficile trovare risposta, anche perché, sempre scavando sulla sua pagina internet, pare che la fondazione, nell’aggiornare i rendiconti dei fondi che riceve, sia molto più in ritardo dei decreti attuativi di cui contesta la mancanza al governo. Questione di anni, non di mesi.
Quello che si sa è che Cartabellotta è stato molto utile alla causa del governo giallorosso in tempi di pandemia. Coincidenza ha voluto infatti che i suoi studi portassero a conclusioni che inevitabilmente promuovevano l’operato di Conte e compagni osi dimostravano straordinariamente funzionali alle decisioni da prendere di volta in volta, specie alle più impopolari. Sicuramente il presidente, pur non essendo un luminare, è un gran lavoratore. La sua creatura presenta un organigramma ai minimi termini, con quattro gatti che hanno venti funzioni ciascuno. Sarà per questo che, almeno nella forma i risultati delle sue ricerche, più che i report scientifici dell’ospedale John Hopkins di Baltimora ricordano le ricerche su internet degli studenti delle superiori. Ma questo è un giudizio personale.
Fatto sta che con il suo giochino, Cartabellotta va avanti dal 1996 e dal 2014 la fondazione ha ottenuto, dalla Commissione Nazionale per la Formazione, l’accreditamento per fare i suoi corsi, confermato nel 2021. Caso strano quando il socio forte del governo era sempre il Pd, il solo partito che riconosce a Gimbe un alto valore scientifico. Forse perché non si ricorda un’intensa attività di denuncia e documentazione da parte della fondazione nei dieci anni in cui i dem hanno sistematicamente tagliato i fondi alla sanità.