Bruno Vespa, il sindacato Rai deraglia: "Propaganda che sa di regime"
Lo sfogo di Bruno Vespa nella puntata di ieri, giovedì 30 gennaio, di Cinque minuti è diventato un caso politico. "Tutti sanno, di tutti i partiti, che in ogni Stato si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli stati del mondo. Adesso Stefano De Martino ed Affari Tuoi", ha picchiato duro il conduttore chiudendo la puntata. Il riferimento era ovviamente alla vicenda che sta lambendo Giorgia Meloni e il governo, la liberazione del libico Almasri. Sandro Ruotolo, esponente del Pd, lo ha definito "il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi". E c'è anche qualcuno dalle parti del M5s che gli ha consigliato di scendere in campo con la destra. Ma non sono i soli.
"L'arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l'approfondimento giornalistico di Raiuno. Così non è informazione ma propaganda che sa di regime". Lo ha affermato l'Usigrai, sindacato "rosso" dei giornalisti Rai. "Dalla Rai e dalle Redazione di Tg, Gr e Programmi deve arrivare ai cittadini - prosegue - una informazione completa e chiara sulle modalità e le responsabilità che ruotano intorno ai fatti. Le chiose di Vespa o i servizi che mettono in relazione fatti diversi non spiegano cosa sia accaduto, ma alimentano solo speculazioni che non fanno bene all'informazione di servizio pubblico e alla Rai".
In difesa del conduttore di Porta a Porta, invece, Unirai, il sindacato di "destra". "Non c'è solo una parte consistente della magistratura a essere politicizzata, ma anche una nicchia della categoria dei giornalisti. Nulla di nuovo. Si evidenzia però in questo momento storico una quotidiana insofferenza verso qualsiasi forma di pluralismo delle opinioni e si grida addirittura al regime. Dimostrando così di aver perso oltre al contatto con la realtà anche il senso e la misura delle parole. Bruno Vespa ha espresso liberamente il suo pensiero, in sintonia con buona parte del pubblico della Rai che mai come in questo momento ha la possibilità di usufruire di un'offerta ricca e plurale", hanno concluso dalle parti di Unirai.
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