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PiazzaPulita, il sospetto di Bocchino: "Il generale libico? Hanno voluto creare una grana all'Italia"

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"Sulla vicenda del generale libico so solo una cosa, che il ministro dell'Interno, preso atto che per errore era stato arrestato in Italia, lo ha immediatamente espulso quale soggetto pericoloso": Italo Bocchino lo ha detto nello studio di Corrado Formigli a PiazzaPulita su La7 parlando del caso Almasri. Poi, ha aggiunto: "Quindi il ministro Piantedosi ha fatto benissimo il suo mestiere di tutore dell'ordine pubblico nazionale evitando che soggiornasse in Italia un soggetto pericoloso scarcerato dalla magistratura in base alla normativa vigente. La polizia non poteva arrestarlo, hanno sbagliato l'interpretazione della norma, Torino non era competente perché la competenza era della Procura generale di Roma".

"Non c'era l'urgenza di assicurarlo alla giustizia come chiedeva la Corte penale?", ha chiesto il conduttore facendo riferimento al mandato di cattura emanato dalla Cpi. "Dato che non lo si poteva assicurare alla giustizia arrestandolo in albergo, la prima urgenza era liberarsene", ha replicato il direttore editoriale del Secolo d'Italia. "Ma il ministro della Giustizia avrebbe potuto sanare questo vizio", ha insistito Formigli. E Bocchino: "Il ministro l'avrebbe potuto sanare, è stato avvisato per via diplomatica però aveva bisogno di studiare il dossier, non è un juke box che va a gettone della Corte penale internazionale".

 

 

 

Infine, Bocchino ha detto di avere un sospetto su tutta questa vicenda: "C'è un'anomalia che non è stata raccontata. Questo signore arriva in Europa il 6 gennaio, da ottobre c'era una richiesta di arrestarlo, è stato a Londra, in Germania. La Cpi ha aspettato che arrivasse in Italia per creare una grana all'Italia". "Quindi la Corte penale ce l'ha con l'Italia? Le toghe rosse europee...", ha commentato con sarcasmo il conduttore.

"Una grana all'Italia": il sospetto di Bocchino sul caso Almasri, guarda qui il video di PiazzaPulita

 

 


 

 

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