Moni Ovadia, l'ultimo delirio: come giustifica le stragi di Hamas
Doveva essere un anticipo della celebrazione della Giornata della Memoria, che sarà il prossimo 27 gennaio, ma forse è meglio dimenticare tutto in fretta. Nell’impossibilità di punire l’ennesima offesa. Meno male che c’era il sindaco di Pontremoli, che in segno di protesta si è levato la fascia tricolore e ha restituito onore e dignità all’appuntamento: «È stato choccante ascoltare certe cose. Non volevo fare piazzate, perché c’erano anche degli studenti e per rispetto di tutti, ho preferito fare un gesto simbolico e poi abbandonare la sala», spiega il primo cittadino del comune della Lunigiana, Jacopo Ferri, di Forza Italia.
Tutto era iniziato con le migliori intenzioni, al Palazzo Ducale di Massa, dove il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti (Pd) aveva invitato tutti i sindaci del territorio per un incontro dedicato alla Shoah, che si è trasformato in «un comizio ossessivo contro Israele», come racconta Ferri. Tutto a causa di Moni Ovadia, l’ospite sbagliato, ebreo anti-sionista, come si definisce, al quale l’amministrazione dem ha avuto la pessima idea di affidare l’intervento principale. Il supposto intellettuale, per ricordare il dramma dell’Olocausto non ha trovato di meglio che definire «legittimo» il massacro del 7 ottobre da parte di Hamas, invocando, parola di partigiano con due tessere dell’Anpi, «il diritto alla resistenza».
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Ovadia ha infilato una serie di bestialità. Ha detto che quel giorno non ci sono stati stupri, che i rapimenti e i massacri di civili (perpetrati dai terroristi palestinesi, ma questo il comiziante l’ha omesso) sono crimini, ma vanno processati separatamente rispetto al blitz, che almeno 400 israeliani sono stati uccisi da fuoco amico perché il governo Netanyahu aveva dato ordine di sparare a ogni cosa si muovesse. Ha perfino attaccato Roberto Benigni perché nel film ”La vita è bella” fa liberare il campo di sterminio di Auschwitz dagli americani anziché dall’Armata Rossa. Come se non bastasse, ha iniziato il suo discorso invitando tutti a «inchinarsi davanti alla maestà del popolo palestinese, che resiste a Israele, uno Stato criminale». Un discorso del c..., non solo per i contenuti osceni, ma anche perché infarcito di volgarità, nel quale l’avvocato difensore del 7 ottobre afferma che «la propaganda sionista è peggio di quella di Stalin e Hitler» e si lancia, nella città di Ovidio Bompressi, condannato per l’assassinio del commissario Luigi Calabresi, in un elogio dell’anarchia.
A scandalizzare non sono soltanto i deliri di Ovadia. Il personaggio è noto e non stupisce più nessuno. Quello che è sconvolgente è che un’amministrazione, per quanto di sinistra, possa scegliere un pro-Pal che si fa pubblicamente vanto del proprio odio per i sionisti come mattatore di un appuntamento per la Giornata della Memoria, per di più in un momento storico nel quale l’antisemitismo sta rialzando la testa in tutto l’Occidente e Israele è impegnato da oltre un anno in una lotta strenua per la propria sopravvivenza. Certo, il presidente della Provincia si è dissociato, dichiarando di «non condividere certi concetti» ma ha negato che il suo ospite l’abbia imbarazzato e si è vantato di «rispettare la libertà di parola di tutti». Siamo noi allora, con il sindaco di Pontremoli, imbarazzati al suo posto: nel Giorno della Memoria il punto non è rispettare i deliri antisionisti ma rispettare il martirio di sei milioni di ebrei, per fare in modo che non si ripeta. Cosa che, avanti di questo passo, non è affatto scontata.
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