Cecilia Sala, "dove sei? Non posso": la drammatica telefonata con la mamma dalla prigione
"Questo era un viaggio a cui Cecilia teneva molto. Era tanto tempo che aveva chiesto il visto. Voleva tornare a Teheran, città che ha raccontato anche nel suo libro, 'L’incendio', perché voleva vedere com’è oggi": Mario Calabresi, direttore di Chora Media, lo ha detto al Corriere della Sera a proposito di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran il 19 dicembre scorso. Cecilia collaborava proprio con Chora Media e col Foglio. "Voleva rivedere le ragazze iraniane. Lei ha molte amiche lì - ha proseguito Calabresi -. Il fatto che le avessero concesso un visto di otto giorni, tra l’altro con la possibilità anche di estenderlo, l’aveva molto tranquillizzata. Aveva condiviso con le autorità gli incontri e le interviste che avrebbe fatto. Aveva un fixer dato dall’ambasciata". Nessun elemento di preoccupazione, insomma.
La giornalista, ha spiegato Calabresi, era stata "molto" scrupolosa: "Molto, come è lei. Scrupolosa, seria, che studia. Erano già uscite tre puntate della serie Stories, il podcast che conduce per Chora, tre puntate in cui c’è tutta Cecilia: il racconto della vita, della società, delle persone, il ragionamento. Poi, giovedì, la nostra collega Francesca Milano mi ha chiamato e mi ha detto 'non è arrivata la registrazione di Sala'. Non è una persona che manda in ritardo, nemmeno quando era in Ucraina, nei momenti più difficili sul fronte. Se non era in grado di mandare, avvisava. Quel non invio per noi è stato subito motivo di allarme".
L'ex direttore di Repubblica ha rivelato che in quei momenti concitati "il suo cellulare era spento. Non si connetteva su Whatsapp o su Telegram da almeno quattro ore, da quando l’avevamo sentita l’ultima volta. Un’altra cosa che ci ha preoccupati è che non ha fatto il check in del volo. Sarebbe dovuta partire il giorno dopo. A quel punto ne abbiamo parlato con il suo compagno, Daniele Raineri. Daniele è stato il primo ad avvisare l’unità di crisi della Farnesina, poi li ho chiamati anch’io". Calabresi, infine, ha riferito anche della telefonata fatta da Sala alla madre: "Nella tarda mattina di venerdì 20 mi ha chiamato la madre dandomi la notizia che aveva sentito Cecilia. Mi ha raccontato che però sembrava come se stesse leggendo un comunicato". La giornalista ha detto alla madre "che non le avevano fatto male, ma che era stata arrestata ed era in prigione. La madre le ha chiesto che cosa le fosse successo e perché l’avessero fermata e lei ha ripetuto la stessa frase. Quando la mamma le ha chiesto dove sei, lei ha scandito 'non posso'. E poi la telefonata si è interrotta".
Dopo la telefonata con la madre, Cecilia "ha sentito il padre e Daniele Raineri, ma anche con loro ha potuto dire ben poco - ha raccontato Calabresi -. È riuscita a far sapere che a Natale le hanno dato del pollo con il riso e due sigarette. Poi ieri, finalmente, è potuta andare a trovarla l’ambasciatrice Paola Amedei che le ha portato dei vestiti, del cibo. Ci ha comunicato che fisicamente sta bene".
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