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Salvini non va in galera e i rosiconi impazziscono: "Comunque colpevole"

Alessandro Gonzato
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Pim-pum-pam! L’esplosione dei fegati anticipa i botti di Capodanno. L’assoluzione di Matteo Salvini dall’accusa di sequestro di persona – “Il fatto non sussiste” – ha provocato uno sconquasso nei commentatori di sinistra. La diagnosi è chiara: gastrite democratica. La forma più acuta se l’è beccata il povero Massimo Giannini il quale su Repubblica ha manifestato tutti i sintomi. Nell’ordine: «Era il tempo infame dei “porti chiusi” e dei “decreti sicurezza”, misure criminali e criminogene che nessuna Corte potrà mai sanzionare abbastanza». Invero nessuna Corte li ha sanzionati, ma è un dettaglio. «I giudici palermitani, affermando che “il fatto non sussiste”, hanno stabilito soltanto che il diniego ministeriale alla concessione del “porto sicuro” non ha privato quei poveri cristi della libertà personale». Ma sì, bazzecole: i magistrati hanno solo stabilito che Salvini non è un sequestratore.

LA TESI
La gastrite democratica non dà tregua a Giannini: «Salvini non è stato assolto perla sua gestione complessiva, strumentale e delinquenziale del fenomeno migratorio», quindi il vicepremierè innocente per il tribunale ma colpevole per Giannini. La patologia è sempre più invasiva. Per l’ex direttore de La Stampa «dopo l’assoluzione, né Salvini, né Meloni o Tajani potranno più accusare toghe comuniste, zecche rosse e sinistre cospirazioniste di ordire congiure per buttare giù l’attuale maggioranza». Che Salvini abbia rischiato sei annidi galera per delle accuse inesistenti non conta. La patologia ha il sopravvento e Giannini chiude a insulti: «A Salvini si ritorce contro persino la famosa frase di Ezra Pound, che lui stesso l’altro ieri aveva riciclato a sproposito: “Se un uomo non è disposto a lottare fino in fondo per le sue idee, o non valgono niente le sue idee, o non vale niente lui”.

 

 

Nel caso di Capitan Matteo viene quasi il sospetto che siano vere entrambe le ipotesi». Non se la passa bene neppure il “giornalista acchiappafascisti” Paolo Berizzi che su “X” (l’ex Twitter) ha sentenziato: «Ogni morto in fondo al mare oggi muore due volte. Dal reato di disumanità non ti assolve nessuno». Ora, a parte che nel caso della Open Arms non è morto nessuno, al Berizzi col fegato scoppiettante sfugge che la “disumanità” ha ridotto drasticamente le partenze clandestine e di conseguenza i morti in fondo al mare. Il record di disumanità è della sinistra ai tempi delle cooperative rosse. L’intellighenzia progressista non si è ancora ripresa dalle tragicomiche previsioni sulla sfida Trump-Harris e adesso ne fanno altre sul futuro del capo leghista. Spicca Marcello Sorgi il quale su La Stampa ha commentato: «Per paradosso, pesa quasi più della condanna a sei annidi carcere, chiesta dall’accusa a Palermo, l’assoluzione di Salvini dall’ipotesi di sequestro di persona (...) I leghisti del Nord si sono riorganizzati e hanno imposto alla segreteria della Lega Lombarda, il “core business del partito”, il capogruppo al Senato Romeo, oggi perfino un possibile candidato per il dopo».

O Romeo o Kamala Harris. Il giornale degli Elkann titola: “Il capolinea del Capitano, la Lega guarda al dopo”. Il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ha scritto che «Salvini sperava nell’aureola del martire arrestato per aver difeso i sacri confini patri». Tocca al Foglio: “Salvini assolto, il salvinismo no”. Catenaccio: “L’assoluzione è la sua pena. Senza idee, battaglie. La Lega chiede lo scrutinio segreto per il congresso”. Per il direttore Claudio Cerasa «il processo che conta è politico» e «Meloni ha condannato il salvinismo all’irrilevanza sull’immigrazione».

CHI L’HA VISTO?
Scusate, qualcuno ha notizie di Roberto Saviano? A metà settembre, ospite di Floris a “Dimartedì” (La7), tuonava: «Salvini mi ha fatto impressione, ha mentito su qualsiasi cosa». Ma l’esibizione migliore dell’oracolo di Spaccanapoli e non solo è stata un’altra: «Solo Salvini sarà condannato perla gestione dei flussi migratori, non le Ong. Matteo Salvini andrà in carcere, data l’entità prevista per il reato di sequestro di persona. Noi saremo in prima linea ad assicurargli condizioni di detenzione dignitose». C’è una scia luminosa in cielo: non è la cometa, ma il fegato di Saviano addobbato a festa.

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