Pier Luigi Bersani attacca Meloni: "All'estero piaciona, in Italia furibonda"
"Solito show tra urla e attacchi, ma è un segno di forza o debolezza?". Lilli Gruber rivolge questa domanda a Pier Luigi Bersani durante la puntata di mercoledì 18 dicembre di Otto e Mezzo. Il soggetto? Giorgia Meloni e il discorso in Aula in vista del Consiglio Ue. "Si è visto chiaramente che Meloni fa la piaciona all'estero e la furibonda in Italia. È una moda diffusa fra questi nuovi governanti: anche Trump, Orban e Milei trasformano gli interventi di governo in comizi".
Tornando al quesito rivoltogli dalla conduttrice: "Credo sia un segno di insicurezza, perché chi governa ed è sicuro parte dai problemi, non nega l'evidenza, li descrive e cerca di proporre le soluzioni; questo non c'è mai. Cercare sempre un nemico, un avversario testimonia il profila di una figura per cui va bene tutto purché ci sia la sua rivincita: per lei stare all'opposizione o al governo non fa molta differenza. Non aspettiamo che Meloni se lo levi dalla testa. Quando sarà in difficoltà rilancerà".
Poi, soffermandosi sul "nostro pollaio di casa", l'ex parlamentare europeo del Pd ricorda che "soldi non ci sono, ma il governo con la manovra potrebbe fare cose che non costano". Un esempio? "Ripensare il fisco; in due anni non ho visto uno straccio di idea su niente tranne che su destrutturare il sistema fiscale. Potrebbero fare una legge sulla contrattazione della rappresentanza in modo da aiutare la crescita dei salari, invece che darla in mano a chi fa contratti pirata".
E ancora: "È la prima volta che gli imprenditori, Confindustria, Confcommercio ecc., hanno detto al governo che la rappresentanza delle imprese si fa in un certo modo, con punti chiari per correggere il sistema. Il governo riconosce come rappresentanti del mondo del lavoro gente che fa contratti nazionali per 15 persone. C'è una pletora di contratti, siamo arrivati 1111 nazionali partendo da 400, di cui solo 250 li fanno CGIL, CISL e UIL e tutti gli altri li stipulano la qualsiasi per fare dumping a ribasso. Questo va impedito se si vuole che senza spese per lo Stato venga riequilibrato il rapporto fra salari e profitti. Non lo fanno perché bazzicano in questo mondo...".