Fabio Fazio, multe e mascherine: "Abbiamo rimosso tutto", il nostalgico del Covid
Voi pensavate fossero stati i vaccini e il normale decorso del morbo e invece no: ora sappiamo come è stato sconfitto il Covid: è stato Fabio Fazio. Il presentatore in esilio miliardario sul Nove domenica sera ha registrato di fronte agli italiani le memorie della sua campagna per la salute pubblica. Una storia di sangue e lacrime, un’autentica Cambogia: «Noi eravamo soli in questo studio, con le telecamere non presidiate. Non si andava dal barbiere, non c’erano i truccatori. Le strade erano deserte. Avevamo i guanti per reggere i microfoni e disinfettavamo le cose che compravamo». Sniff sniff. Ma come mai Fazio ha aperto il suo cuore proprio ora? Perché c’è ancora da regolare qualche conto: «Quando ho appreso la notizia che il governo avrebbe annullato le multe ai No Vax, mi sono riaffiorati tutti i ricordi di quei giorni che incredibilmente abbiamo rimosso». Dopo tutto quello che ha fatto, è arrivata l’amnistia. Gli si è rotto qualcosa dentro e ha deciso di parlarne con Roberto Burioni, con lui in studio a Che tempo che fa, pronto, ovviamente, a giudicare come un’offesa nei confronti della comunità scientifica la decisione di non insistere con la raccolta delle sanzioni da 100 euro inflitte a chi all’epoca scelse di sfuggire al trattamento.
LA LEZIONE
Ora, intendiamoci, questo quotidiano ha condotto – senza possibilità di fraintendimento e senza ripensamenti – una campagna decisamente schierata a favore dei vaccini, anche a rischio di scontentare qualcuno. Un altro discorso, però, è continuare a distanza di anni a dare la caccia a chi in quella situazione ha preso altre strade. Burioni, Fazio e soci parlano del valore “educativo” di quella sanzione. Solo pensare che qualcuno possa cambiare opinione su quell’argomento ora – dopo tutto quel che è successo, dopo anni di dibattiti, liti e prese in giro - semplicemente perché sulla sua testa pesa una cartella esattoriale da 100 euro è semplicemente lunare. La verità è che qualcuno cerca una sorta di vendetta, vuole impartire “lezioni”. Ma non tutti i virologi sono schierati su questo fronte. Esiste anche la posizione sensata di Gianni Rezza (direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute durante il periodo Covid), che abbiamo riportato su Libero qualche giorno fa: «Sono vaccinista convinto, forse con una posizione anti-conformista. Inutile dire quanto consideri importanti i vaccini, ma quando finisce una guerra, specie se si vince (anche grazie ai vaccini), c’è sempre una amnistia! Purché preveda una pacificazione». La linea Fazio-Burioni sembra invece rispecchiare l’insegnamento di Conan il Barbaro: “Schiacciare i nemici, inseguirli mentre fuggono e ascoltare i lamenti delle femmine”.
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MASCHERINE A NATALE
È il momento della pace, mentre invece il riaffiorare della questione multe ha riaperto i microfoni all’orda di televirologi cresciuta dal 2019 in poi, chiaramente oggi affetti da una crisi di astinenza da telecamera. Rischia di essere il caso di Lorenzo Pregliasco che ieri, intervistato da Un giorno da Pecora perché colto da un malore, ha lanciato il suo monito: «Bisogna utilizzare la mascherina e farsi il Covid test prima dei pranzi e dei cenoni natalizi». Semplicemente un incubo.