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Paolo Pillitteri, il ricordo di Francesco Damato: "L'ultima telefonata al mio amico"

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Ci eravamo sentiti pochi giorni fa. Lo avevo cercato io, senza ottenere risposta. E mi ero impensierito. Ma Paolo Pillitteri mi aveva chiamato il giorno dopo con un filo di voce che, a pensarci, doveva impensierirmi ancora di più. Il piacere di risentirlo mi aveva distolto da ogni altra considerazione. E ne ho un grandissimo rimorso, ora che ho appena appreso dal figlio Stefano la notizia della morte mentre compiva 84 anni. Lo avevo cercato per commentare insieme la notizia giudiziaria del risarcimento dei danni ai proprietari dell’ultima area occupata abusivamente a Milano dal centro sociale noto col nome della strada del suo primo insediamento, intitolata al musicista Ruggero Leoncavallo. I cui Pagliacci quei contestatori avevano a loro modo deciso di recitare mettendo in croce di giorno e di notte, con le loro attività e musiche assordanti, gli abitanti incolpevoli della zona. Che protestavano scrivendo ai giornali. Fresco ancora di nomina a direttore del Giorno e incoraggiato dai rapporti di amicizia che avevo con lui, misi letteralmente in croce Paolo, sindaco della città, perché si desse da fare rendendola “da bere” - come si diceva allora, volendo dimenticare gli anni bui del terrorismo - anche agli abitanti di quella sfortunata strada del suo Comune. (...)

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