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Bianca Carretto, "Marchionne stava morendo, mi ha detto 'devi aiutarmi'". L'accusa a Elkann

Roberto Tortora
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Bianca Carretto, giornalista del Corriere della Sera, ricorda l’ex-ad di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne a più di sei anni dalla sua prematura scomparsa e lo fa in collegamento per Piazzapulita, programma di approfondimento politico di La7, condotto da Corrado Formigli.

Queste le parole della Carretto, che ricorda il giorno in cui capì le condizioni di Marchionne, la sua ultima uscita in pubblico prima del ricovero, quando a Roma consegnò all'Arma dei Carabinieri una Jeep Wrangler in livrea: “Nascondeva la sua malattia. Non l'avevo capito prima, anche se ci si vedeva e sentiva. Per un’ora sono stata con lui sotto i pini del Pincio per cercare di farlo riprendere. Gli tenevo le mani sul leggio per non farlo cadere. Lui mi disse ‘tu mi devi aiutare Bianca, mi devi aiutare. Io devo resistere fino a marzo 2019’. In pratica, Elkann gli aveva detto che il suo mandato si sarebbe concluso in quella data, un licenziamento praticamente. Marchionne non aveva bisogno di soldi, voleva fare qualcosa, salvare quelle aziende. Aveva capito benissimo che la fine della Fiat era arrivata in mano ad Elkann”.

 

 

 

La Carretto, poi, prosegue sempre nella luce di Marchionne e nell’ombra di Elkann: “Marchionne non avrebbe mai chiuso uno stabilimento, non avrebbe mai licenziato degli operai, non avrebbe mai lasciato l’Italia e Torino, la sede principale di quella che io continuo a chiamare FIAT".

 

 

 

"L’erede naturale, al suo posto, avrebbe dovuto essere Alfredo Altavilla, suo braccio destro per più di 10 anni e che avrebbe portato avanti i suoi progetti, avrebbe dato risalto all’industria italiana dell’auto, che oggi non esiste più. L’ho capito quando Elkann scelse un’altra persona, ho capito che la Fiat stava morendo”. 

Bianca Carretto, Sergio Marchionne ed Elkann: guarda qui il video di PiazzaPulita

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