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Riccardo Muti si smarca: "Cosa penso del governo Meloni"

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Musica, Maestro. Riccardo Muti si confessa in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera in cui spazia dalla sua carriera alla politica, dal pubblico al privato, il tutto con alcune considerazioni che fanno riflettere. In primis una confessione, un poco spiazzante: "Non ne posso più dell’acuto di Vincerò. La musica italiana merita più rispetto. Abbiamo reciso le nostre radici, non sappiamo più chi siamo. E anche nel Vaticano di Papa Francesco si fa poca musica", afferma Muti.

Quando Aldo Cazzullo, che firma l'intervista, gli chiede se è deluso dal governo, il Maestro risponde: "Perché dovrei esserlo? Al di là delle critiche che si possono fare, è un governo che cerca di fare bene. Alla fine lo giudicheremo". È di centrodestra: "Io sono una persona libera di pensiero. Non ho mai avuto protettori politici, sponsor, manager". E ancora: "Se uno non è di sinistra, dev’essere per forza di destra? Gentile era di destra, ed era un grande filosofo: forse non dobbiamo studiarlo? Certo, non sono mai andato a sbandierare il libretto rosso per la strada. Non mi piace essere classificato. Sono un indipendente", rivendica con orgoglio. 

Poi una strepitosa bordata contro l'ideologia woke, sempre più imperante. Muti denuncia un caso di cancel culture alla Scala: "Hanno sbagliato a cambiare il libretto del Ballo in maschera per cancellare la parola neg***". Poi rincara: "È sbagliato modificare i libretti, la cultura woke è la dittatura del pensiero", marca le distanze.

 

 

Infine, una critica, seppur indiretta, alla mancanza di sensibilità artistica in Vaticano. Secondo il Maestro, infatti, con Papa Francesco "di musica in Vaticano credo se ne faccia poca, non come ai tempi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che era un musicista. Quando Montini da cardinale di Milano divenne Papa, una delegazione del conservatorio andò da lui a Roma, a cantare il Magnificat. Ora Milano non è più sede cardinalizia, non capisco perché. Nell’aula Nervi si tenevano concerti importanti, l’organo della Sistina reca i nomi dei grandi organisti che l’hanno suonato...", conclude Riccardo Muti.

 

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