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Al convegno pro-donne un imputato per lesioni

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Qui, Leonardo Caffo, non è Louis -Ferdinand Céline. Mentre lei, Chiara Valerio, è senz’altro Virginia Woolf (va da sé riprodotta in fumetto manga). E dunque lui, filosofo animalista di Catania, è il presunto manesco denunciato un anno fa dall’ex fidanzata per aggressioni, minacce, strangolamenti. Mentre lei, scrittrice di Scauri, è la direttrice di “Più libri più liberi” (fiera romana della piccola e media editoria: il Bloomsbury Group che ci meritiamo) la quale, dopo aver dedicato la rassegna, quest’anno, a Giulia Cecchettin, ha pensato bene d’invitare il suddetto filosofo (che non è Céline, non è genio, epperò è sregolato) e di guadagnarsi così l’ira delle neofemministe. Ira che - attenzione - ha poi condizionato il gran rifiuto di lui a partecipare alla fiera («smetto di arrecare ogni disturbo - scrive Caffo - derivante dalla mia sola esistenza»). E nondimeno la difesa di lei che se per anni ha additato il sistema eteropatriarcale di allevare maschi ipso facto violenti, adesso si ritrova a difendere Caffo. Ovvero il maschio (ipso facto violento) che si trasforma, vivaddio, in «presunto innocente» (così dice Valerio). (...)

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