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Michele Serra, cani e gatti? "Li tratto rigorosamente da bestie"

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"Mi fa un effetto brutto, per dirlo con una sola parola, perfino un po' angosciante". David Parenzo chiede a Michele Serra che effetto gli abbia fatto l'elezione di Donald Trump e la penna di Repubblica, nonché opinionista fisso di Fabio Fazio a Che tempo che fa, sul Nove.

Serra, in collegamento a L'aria che tira su La7, riflette su Elon Musk ("Alfiere o protettore di Trump, che l'uomo che assume potere politico nel paese più potente del mondo") e tira in ballo la vecchia storia dei cani e dei gatti mangiati dagli immigrati di Haiti, uno degli episodi più clamorosi dell'ultima campagna elettorale americana.

"Prevale la cultura dei social, questo è il vero problema - sentenzia Serra -. Siccome la realtà è troppo complessa, prevale la semplificazione. Trionfa tutto quello che viaggia sulla superficie, sul filo dell'emotività, e quello che serve a dare corpo alle proprie paure. E credo che sia irreversibile quello che è accaduto, la maggioranza delle persone del mondo si informano attraverso siti che dicono che gli immigrati mangiano cani e gatti. Non credo che riusciremo a riavvolgere indietro questa situazione".

 

 

 

"Chiunque di noi conosce il valore di cani e gatti in una famiglia - conferma Parenzo -, dire che gli immigrati mangiano cani e gatti e come dare loro dei cannibali, c'è una sorta di antropizzazione dell'animale. E' molto sottile la questione di Trump... Tu hai cani?". 

"Io ho cani e gatti - risponde Serra dal suo studio di casa -, però li tratto rigorosamente da bestie. La loro bellezza è quella, la loro diversità. Davanti alle vetrine di cappottini per cani cambio marciapiede, c'è qualcosa di malsano in questo rapporto di antropizzazione del cane", sottolinea Serra, il cui ultimo libro si chiama non a caso Osso. Parole condivisibili anche se un po' tombali e che, immaginiamo, faranno infuriare metà Italia. 



Michele Serra e i cani, guarda qui il video di Piazzapulita

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