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Bergoglio rivoluziona il funerale dei Papi: clamoroso, la nuova bara (e tutte le novità)

Caterina Maniaci
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Folate di vento che sfogliano lentamente le pagine del libro poggiato sulla bara, in una piazza San Pietro silenziosa, tra preghiere e lacrime che rigavano i volti di molti dei presenti: queste immagini sono vive nella memoria collettiva, quando si sono celebrati i funerali di papa Giovanni Paolo II, in seguito proclamato santo. Immagini che non simboleggiano la grandezza di un pontefice, ma la commozione suscitata dalla scomparsa di un uomo che ha segnato la storia, e le storie personali di tanti. Già Giovanni Paolo II aveva lasciato precise disposizioni per i funerali, che avrebbero dovuto svolgersi in modo semplice e sobrio. E così ha deciso anche Benedetto XVI. Ma ora questo modo di intendere l’ultimo atto di una vita da Pontefice, diventa una direttiva. Esequie più sobrie e più abbreviate senza le classiche tre bare di cipresso, piombo e rovere, riti e liturgie riviste e “corrette” , senza però alterarne il significato sacro e alto: il tutto approvato da Francesco in una nuova edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, che introduce significativi cambiamenti nel rito funerario. Soprattutto le linee guida specifiche per la sepoltura del Pontefice in luoghi diversi dalla basilica vaticana, sebbene la tradizione multisecolare preveda che i Papi siano tumulati nelle Grotte vaticane.

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha curato la redazione e la pubblicazione della seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvata il 29 aprile 2024 da papa Francesco, che sarà disponibile nei prossimi giorni nella pubblicazione della Libreria Editrice Vaticana. Tra le novità introdotte, la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella, la deposizione immediata dentro la bara, l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già dentro la bara aperta, l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere. Il libro liturgico viene presentato come nuova edizione del precedente, l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis approvata nel 1998 proprio da San Giovanni Paolo II e pubblicata nel 2000, che è stata utilizzata nelle esequie dello stesso Pontefice nel 2005 e, con adattamenti, in quelle del Papa emerito Benedetto XVI nel 2023. «Una seconda edizione si è resa necessaria – ha spiegato monsignor Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche di Pontefici – anzitutto perché papa Francesco ha chiesto, come dichiarato da lui stesso in diverse occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto. Il rito rinnovato, inoltre, doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo». L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, avvalendosi di diversi esperti, ha dunque provveduto a una revisione approfondita dell’intero libro, ed è poi intervenuto sul lessico, sui testi liturgici e sui singoli riti.

 

Nel dettaglio, sono state mantenute le tre “stazioni” classiche e si è anche proceduto alla semplificazione dei titoli pontifici. La prima stazione “nella casa del defunto” prevede dunque le novità della constatazione della morte nella sua cappella privata, anziché nella camera, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima di essere traslato in basilica (è stata eliminata la prima traslazione nel Palazzo Apostolico). Addio dunque all’immagine-simbolo della finestra illuminata che si affaccia sulla piazza e sul colonnato. La seconda stazione “nella Basilica Vaticana” considera un’unica traslazione in San Pietro, la chiusura della bara e la Messa esequiale. In basilica il corpo del Papa defunto è esposto direttamente nella bara e “non più su un alto cataletto”. Infine, la terza stazione “nel luogo della sepoltura” include la traslazione del feretro al sepolcro e la tumulazione. Che, come sottolineato, potrebbe avvenire in un luogo diverso dalla basilica. Francesco ha più volte espresso il desiderio di essere sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore, a cui è molto legato.

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