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Gino Cecchettin elogia Meloni: "Può dare consigli utili a tutte le donne italiane"

Michele Zaccardi
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«Giorgia Meloni può dare dei consigli utili a tutte le donne d’Italia». Lo ha detto Gino Cecchettin - papà di Giulia, uccisa un anno fa dall’ex fidanzato Filippo Turetta - a margine di un incontro con gli studenti delle scuole superiori bolognesi. Cecchettin ha aperto poi a un confronto con il governo sulla violenza di genere. Oltre a Meloni, l’invito è rivolto anche a Giuseppe Valditara che nei giorni scorsi è finito nella bufera per le sue parole sui femminicidi. Il ministro dell’Istruzione aveva infatti detto che una «visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Ma come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975, che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza».

Sono queste le parole che hanno spinto Cecchettin a chiedere un confronto «numeri alla mano». «Se i punti di vista sono questi» ha detto «ci sarà sicuramente da discutere. Vogliamo parlare con le istituzioni e voglio parlare anche con la Presidente del Consiglio, ma con numeri alla mano. Rispetto l’opinione di tutti, ma certe affermazioni vanno coadiuvate da numeri concreti». La proposta di confronto avanzata dal padre di Giulia è stata immediatamente accolta dal ministro dell’Istruzione. «Raccolgo molto volentieri l’invito ad un confronto con Gino Cecchettin, che ha sempre usato parole molto equilibrate. Credo che il comune scopo che condividiamo, cioè combattere contro ogni forma di violenza sulle donne, ci debba vedere tutti dalla stessa parte» ha affermato Valditara.

 

 

 

Quanto a Meloni, il padre di Giulia ha sottolineato la competenza del premier nel trattare la questione femminile. «In quanto donna» ha detto Cecchettin, «la presidente del Consiglio penso abbia potuto vedere nella sua carriera tanti aspetti con i quali le donne sono costrette purtroppo a misurarsi e penso che il maschilismo la presidente del Consiglio lo abbia visto in più occasioni. Se è arrivata ad essere presidente del Consiglio» ha aggiunto «sicuramente è arrivata ad affrontare e superare alcuni temi. Sicuramente può dare dei consigli utili a tutte le donne d’Italia».

Questo mentre, riferendosi alle parole di Valditara e al legame tra violenze di genere e immigrazione, Cecchettin ha detto: «Penso che Elena (la sorella di Giulia, ndr) abbia risposto nel modo forse più corretto». Cecchettin ha poi aggiunto: «Rispetto le opinioni di chiunque, ma certe cose vanno coadiuvate da numeri concreti, quindi mi prenderò il tempo di analizzare le statistiche. Di certo, nel mio caso non è stato così, ma anche se guardo a tanti altri casi».

Il padre di Giulia ha poi precisato che «la violenza va condannata da tutti i punti di vista, indipendentemente da dove arriva». «Non ne farei una questione di genere, di colore, di provenienza» ha spiegato. Perché «quando la violenza la si vede, va combattuta nel migliore dei modi, in modo concreto e con le regole che la società si è data. Solo così, cercando di capire costruttivamente come si può affrontare un problema, senza magari fare propaganda, ma cercando in modo proattivo una soluzione, si crea valore».

Durante il suo intervento all’evento “Dieci domande sulla violenza, promosso dal Piano per l’uguaglianza metropolitano e rete “Ecco!” in collaborazione con Alma Mater, Comune e Usp Bologna, Cecchettin è stato accolto da una standing ovation. Quella di ieri è stata la seconda uscita pubblica del padre di Giulia in veste di fondatore della Fondazione, intitolata alla figlia e impegnata nella lotta contro la violenza di genere e per promuovere l’educazione affettiva tra i più giovani, dopo l’inaugurazione di tre giorni fa alla Camera dei deputati. «Siete bellissimi, un concentrato di futuro», sono le prime parole che Cecchettin ha rivolto alla platea di ragazzi, dicendosi molto emozionato di parlare davanti a loro.

 

 

 

Il padre di Giulia, senza un discorso preparato, ha citato spesso gli altri due figli, Elena e Davide. «Sono un papà normalissimo che ha vissuto una storia tragica» ha detto. «Prima la perdita della moglie, per una malattia, poi quella violenta della figlia. In platea, diversi ragazzi si sono asciugati le lacrime mentre lui parlava dal palco. Cecchettin li ha messi in guardia. «Vedevo Giulia felice» ha raccontato «nella quotidianità era quella di sempre. Ma è il sintomo del fatto che la violenza si insinua e non è facile vederla. Giulia non si rendeva conto che era già avvolta nelle spire di una violenza subdola, lo stalking. Filippo la voleva per sé e lei si sentiva in colpa per averlo lasciato». Quindi ha avvertito: «In ogni momento in cui manca la libertà, c’è violenza. Non è vero che la gelosia è amore, non è vero che la gelosia è indispensabile all’amore».

 

 

 

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