Carlo Bonini deraglia su Repubblica: "Botte? Colpa della destra"
Sapete di chi è la colpa delle violenze di Torino, dell’uso di bombe al cloro contro gli agenti e della furia antagonista contro Giorgia Meloni? Ovviamente della destra. Parola di Carlo Bonini, che su Repubblica, all’indomani della vergogna di corso Vittorio Emanuele II, sostiene che il governo sia composto da provocatori. E che magari, qualche mazzata, se la vadano pure cercando. Cita tre esempi: il ministro Roberto Calderoli, reo di scagliarsi contro le fake delle opposizioni sull’autonomia; il Guardasigilli Nordio che mette in guardia dagli evidenti prodromi della vecchia stagione del terrorismo in Italia; la segreteria della Lega che attacca la parte più politicizzata della magistratura sottolineando le sentenze shock con cui vengono bloccate le espulsioni dei clandestini e liberati gli spacciatori.
Per Bonini «appare evidente la tentazione che si annida in questa destra di giocare la carta della provocazione permanente». La buccia di banana più clamorosa però la calpesta quando scrive che la destra rimprovera alla sinistra l’odio per i poliziotti. Peccato che anche questo sia vero, che lo riconoscano gli stessi agenti e che siano gli antagonisti ad andarne fieri. E poi ancora per Bonini sarebbe provocatorio sostenere che a Palermo si stia consumando una vendetta politica ai danni dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, argomento «utile solo a gonfiare di risentimento e rabbia un’area del dissenso che flirta con la violenza».
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Il finale del suo pezzo è da ridere: «Chi deciderà di continuare a perseguire la logica del nemico, utilizzando l’arsenale dell’odio o del discredito, chi continuerà ad agitare il fantasma della lotta armata, si assumerà enormi responsabilità di fronte al Paese. È il momento di fermarsi». Avete letto bene. La realtà di costoro è capovolta: invocano la resistenza armata, le violenze contro i ministri, i raid punitivi contro «i fascisti», e poi, ad abbassare i toni, dovrebbe essere la destra. La vogliono cornuta e, soprattutto, mazziata.