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Don Patriciello stronca Roberto Saviano: "Ho sentito un suo recente intervento..."

Andrea Valle
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Don Patriciello critica Roberto Saviano. «So che Saviano ha tante cose belle da dire, ma a volte esce un po’ fuori dalle righe» ha detto ieri il parroco di Caivano sotto scorta. «Ho sentito un suo recente intervento, nel quale dice di sentirsi lusingato quando viene definito sciacallo da una parte politica. Nella mia lettera gli ho scritto di lasciare i partiti ai politici di professione». L’intervento di don Patriciello arriva rispondendo ai giornalisti a margine di un evento sulla legalità a Bari. Interpellato sulla lettera da lui inviata qualche giorno fa a Roberto Saviano, dopo che lo scrittore aveva accusato di fallimento il modello Caivano, don Patriciello ha risposto così: «Non l’ho ancora sentito, ma sarei disponibilissimo a farlo. L’ho conosciuto, ho lavorato con suo padre medico». «Nella mia lettera - ha spiegato - gli ho detto che noi preti, intellettuali, dobbiamo restare al di sopra delle parti, essere coscienza critica».

Don Maurizio ha aggiunto che «i giovani che mi vedono stamattina e mi ascoltano devono sapere che ho rubato una giornata alla mia parrocchia perché gli voglio bene. Quando mi chiedono perché lo faccio, rispondo che è perché voglio bene ai ragazzi. Alle spalle non ci sono altre intenzioni, non mi voglio candidare, non sarò mai candidato. Lasciamo ai politici di professione il loro essere di parte».

 

 

 

Intanto ieri Saviano ha criticato i tempi della giustizia: «Sto pensando di rimettere la querela nei confronti di Bidognetti. Questo processo dura da 16 anni, per quattro volte in appello è stato rinviato perché non si trovava il modo di notificare l'atto a Santonastaso, uno dei due imputati, avvocato di Bidognetti». Ieri c’è stato un nuovo rinvio per il certificato medico presentato dal nuovo difensore di Santonastaso. «I processi antimafia in Italia subiscono lungaggini infinite, io persevero anche se penso di rimettere la querela perché a questo punto è diventato tutto incredibilmente al servizio della difesa degli imputati». Infine ha aggiunto: «L’Italia è e rimane un Paese a vocazione mafiosa, in tutti i suoi comportamenti, quando i processi durano così tanto non posso che ribadirlo. Le organizzazioni criminali hanno vinto, è inutile che facciamo finta con la retorica antimafiosa».

 

 

 

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