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Nicola Gratteri, fango contro Elon Musk: "Ne ha prese troppa, visto come saltava?"

Roberto Tortora
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"These judges need to go". Così aveva detto Elon Musk parlando dei giudici italiani, quelli del Tribunale di Roma che hanno sospeso la convalida del trattenimento dei sette migranti portati nei Cpr costruiti in Albania dal governo Meloni. Ed il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, il talk di approfondimento politico post-tg di Mentana a La7, non è stato da meno nei confronti del magnate che ha sostenuto la campagna elettorale di Donald Trump. Gratteri non le manda a dire: “Ma come si è permesso di interferire in affari di altro Paese? L’ho visto saltare sul palco di Donald Trump come una cavalletta. Evidentemente ha preso delle vitamine. Deve averne prese un po’ troppe per scrivere cose del genere. È una interferenza inaccettabile, tutti i cittadini si devono indignare”. 

Sulla crescente polemica tra governo e magistratura, poi, Gratteri s’infervora ancora di più, anche perché è un mondo che vive in prima persona: “Non avevo paura da ragazzo, figuriamoci ora che ho 66 anni e mi mancano tre anni alla pensione. Non ho paura di procedimenti disciplinari, e anche fosse ho altri tre mestieri da fare. Se c’è un disegno per assoggettare la magistratura al potere politico? Chiunque pensa alla separazione delle carriere, poi è chiaro che l’obiettivo è quello. Dobbiamo preoccuparci della nostra credibilità, la gente deve fidarsi di noi nel momento in cui ne ha bisogno per sporgere una denuncia: non dobbiamo apparire né di destra né di sinistra”. Lilli Gruber, quindi, chiede cosa possa fare il ministro Nordio in questo caso: “Possibile che non sappia cosa serve ai giudici? Anche lui lo era fino a poco tempo fa…”.

 

 

 

Gratteri, però, è glaciale: “Sì, a Venezia. Io combatto da anni le mafie internazionali, vado in ufficio tutti i giorni prima delle 8 e esco non prima delle 21.30 da più di 35 anni, capirò qualcosa di ciò che serve?”. Quindi, una chiosa sul suo lavoro attuale, alla Procura di Napoli: “È la procura più grande d’Europa, è molto stimolante, faccio riunioni di continuo, anche mentre mangio. Il pc che mi ha fornito il ministero della Giustizia non lo uso, sta lì su una mensola da tre anni. Uso un altro pc che costa il triplo che mi sono comprato io, così come il telefonino dove non ho una sola app. Ci vuole una svolta sulla sicurezza dei dispositivi, che con Consip non è possibile assicurare”.

 

 

 

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