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Senaldi e i violenti in piazza: "Il pericolo sono loro, chi hanno come riferimento politico"

Roberto Tortora
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Degli scontri a Bologna e Torino e delle continue manifestazioni che degenerano nella violenza si parla ancora e si fa polemica, perché la situazione nelle strade delle grandi città diventa sempre più insostenibile e c’è chi accusa le forze dell’ordine di non consentire al popolo di esprimere il dissenso e chi, invece, sostiene che siano i manifestanti a marciare senza autorizzazione e ad infischiarsene di rispettare la legge. A 4 di Sera Weekend, programma di approfondimento e di attualità in onda tutti i giorni nella fascia dell'access prime time di Rete 4, condotto da Francesca Barra e Roberto Poletti, tutte le opinioni vengono messe sul tavolo. E se c’è chi, come Sarah Manfuso, chiede che venga data più voce ai ragazzi mossi da uno spirito attivista e di coinvolgimento politico, c’è anche chi, come il condirettore di Libero, Pietro Senaldi, punta il dito proprio contro i teppisti.

Queste le parole di Senaldi: “Credo che la situazione non sia particolarmente tranquilla e la cosa che vorrei sottolineare che si dice sempre che c'è un rischio autocrazia, un rischio per la democrazia che dovrebbe arrivare dalla destra".

 

 

 

"Però - prosegue Senaldi - a me sembra che poi i comportamenti anti-democratici e pericolosi e destabilizzanti, che mettono nel mirino le istituzioni, arrivano da questi ragazzi. Io condivido in parte ciò che dice il professor Pasquino (che richiama all’educazione famiglia-scuola, ndr), ma non è che la responsabilità è solo dei genitori o degli insegnanti, questi ragazzi hanno dei punti di riferimento politici e non familiari e i punti di riferimento sono quelli della sinistra estrema".

 

 

 

Di parere diverso, invece, Elisabetta Gualmini del Partito Democratico: “Condanno con grande forza e convinzione questi atti violenti, però non tutti i ragazzi che sono in queste piazze sono contro la legge, ci sono anche tanti studenti che si preoccupano per le sorti del mondo, delle guerre, delle sorti del nostro pianeta. Quindi starei molto attenta a criminalizzare e a salire di tono nel linguaggio additandoli come 'zecche' o 'delinquenti’ o ‘criminali'. C'è anche un clima nel nostro Paese di repressione, favorito da questo governo, che ritiene che studenti e ragazzi siano un fastidio”.

 

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