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Bruno Vespa e la legge Calderoli, "mea culpa un piffero": la risposta alla sinistra

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Bruno Vespa fa chiarezza sulla sentenza della Consulta in merito all'Autonomia. E lo fa nello studio di Bianca Berlinguer a È sempre Cartabianca. "Punto primo - premette il giornalista - non si fa il referendum ed è un risultato eccellente". Il motivo è semplice: "Il quesito avrebbe squassato l'Italia". Secondo il volto Rai, infatti, difficilmente si sarebbe raggiunto il quorum necessario visto che "sarebbe dovuto andare a votare il 51 per cento". 

Alla domanda della conduttrice di Rete 4 se la legge squassa l'Italia, Vespa non attende a rispondere: "Dipende da come viene applicata, io credo che verrebbe applicata in modo intelligente". Ma non solo, perché il giornalista tiene a smontare anche le obiezioni di sinistra. Un esempio? Quello sull'insegnamento. "Zaia mi ha detto che già ora gli uffici scolastici regionali hanno un'influenza sui programmi. Ragione per cui questa cosa che il Veneto chiama insegnanti veneti non sta né in cielo né in terra".

E ancora: "Ricordati - sottolinea - che questa è un'applicazione di una legge costituzionale, non se l'è inventata Calderoli. È stata approvata nel 2001 e noi ogni tanto ce la dimentichiamo". Da qui l'interruzione della Berlinguer: "La sinistra però ha fatto mea culpa per anni". "Mea culpa un piffero perché in Emilia-Romagna la volevano subito", è la stoccata finale di Vespa.

 

 

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