Salvini incassa il via libera sul Ponte. E botta e risposta a Otto e Mezzo
La cravatta rossa trumpiana spicca sul fondo blu dello studio di Otto e mezzo e le battute si sprecano fin dai saluti iniziali. Matteo Salvini, ospite d’onore, lancia subito una frecciata a Elly Schlein: «C’è chi paga gli armocromisti, io ascolto mia figlia che mi ha detto “quella cravatta ti sta bene, rimettila”». A metà puntata Lilli Gruber pungerà come solo lei sa fare citando la cravatta «rossa come le zecche rosse», riferimento alle recenti esternazioni del leader della Lega sui fatti di Bologna, e le scintille tra i due non mancheranno, specie sul tema caldo dei migranti e delle toghe, ma è la giornata della gentilezza e Salvini è in fase Peace and love, con tanto di cioccolatini da offrire alle due signore in studio.
Il giorno prima la conduttrice lo aveva redarguito a favore di telecamere per un post definito fake news sul furto da lei subìto a Villa Borghese e pure ieri ha rincarato la dose: «Si guardi di più le puntate di Otto e mezzo, io non ho mai detto che bisogna accogliere tutti indiscriminatamente». Lui incassa con il sorriso, estrae dalla tasca il bacio Perugina e non si sottrae al confronto. Anzi. Su Bologna Salvini attacca («chissà dove le vedete poi tutte queste camicie nere»), risponde su giudici, Albania, su Trump e i dazi, sull’immigrazione, i rapporti con gli alleati, sull’occupazione e pure sui treni in ritardo. Snocciola i dati relativi agli sbarchi, che con lui sono praticamente dimezzati, spiega che «Grecia, Malta e altri fanno quello che in Italia i giudici ci impediscono di fare. In buona parte dei paesi europei si possono espellere egiziani o bengalesi, da noi no». Chiede: «Se domani uno di questi signori ammazza o stupra qualcuno chi ne risponde? Se un irregolare, che grazie ai giudici possono circolare liberamente in Italia, domani aggredisce qualcuno, stupra una donna, chi ne risponde? Chi ha disapplicato la legge». Sentenzia: «Alcuni giudici italiani fanno politica. Altri Stati con le stesse normative europee fanno diversamente». Gruber incalza: «Noi abbiamo una Costituzione che altri non hanno».
In studio, oltre alla padrona di casa, ci sono Lina Palmerini e Michele Santoro. Vorrebbero controbattere a ogni parola, ma il capo del Carroccio è in forma, ha appena saputo che la commissione tecnica di valutazione dell’impatto ambientale ha dato parere positivo sul progetto per la costruzione del Ponte sullo Stretto, quindi il ministro dei Trasporti lascia poco spazio al botta e risposta, anzi a volte le domande le fa lui direttamente: «L’Egitto, con 15 milioni di turisti è un paese insicuro? È sicuro per i turisti e non per i migranti?».
Ma quando la notista politica del Sole 24Ore prova a metterlo in difficoltà con i sondaggi e la rincorsa a destra su Giorgia Meloni, il vicepremier risponde: «Giorgia è un’amica e un bravo presidente del Consiglio Non sono ossessionato né dai giudici né dalla Meloni. Io lavoro a prescindere dai consensi». In quanto alla notizia del giorno dopo le frasi di Elon Musk e l’intervento del capo dello Stato, il leader leghista non presta il fianco alle polemiche, ma niente sovranismo a targhe alterne. «Quando si tratta di difendere la sovranità e sicurezza nazionale», dice, «io sono in prima fila quindi grande rispetto per il presidente Mattarella». Aggiunge però che «Musk manda 6mila satelliti in aria e ha il diritto di esprimere le sue opinioni, è libero di dire quello che pensa poi noi siamo adulti e vaccinati. Peraltro ho condiviso alcuni suoi passaggi e giudizi sulla magistratura».
Eccola, la magistratura. Su questo ilvicepremier ha le idee chiare: i giudici che sbagliano devono pagare, come fanno i giornalisti, come fanno tutti, dichiara. Santoro tenta di interromperlo, Gruber lo bacchetta: «Ci sta dicendo da mezz’ora le stesse cose, andiamo avanti», ma il ministro insiste. «Se un giudice non riesce a tenere in carcere un uomo preso con undici chili di cocaina in macchina, è colpa del giudice e deve pagarne le conseguenze».
Santoro si fa avanti: «Cosa bisogna fare a questo giudice?». Risposta: «Deve cambiare mestiere». Con Vannacci nessun problema: «Prenderà la tessera della Lega quando lo riterrà, io non inseguo nessuno». Intanto c’è la «grande soddisfazione» per il via libera al Ponte sullo Stretto. «L’Italia può guardare al futuro», afferma il ministro.
Salvini e il cioccolatino alla Gruber, guarda qui il video di Otto e mezzo su La7