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Pirelli, nudo e sensualità (non solo femminili): ecco il 51esimo calendario

Alessandro Gonzato
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A Londra splende il sole, ma tira il primo vento invernale. In poche ore, coordinati, hotel e negozi del centro allestiscono gli addobbi natalizi. Per Piccadilly Circus, di sera, riecheggiano già le canzoni di Micheal Bublé. La città è pronta perle feste e intanto, evento profano ma iconico per il settore, Pirelli presenta il suo nuovo calendario (“The Cal”), il cinquantunesimo, e lo fa tra il Mandarin Oriental Hotel – uno dei più prestigiosi della capitale inglese – e il Natural History Museum, qui con una cena di gala.

Ci sono giornalisti da tutto il mondo, una gigantesca comitiva di taccuini e telecamere che rincorrono i protagonisti degli scatti, ventiquattro, donne e uomini. Tra i soggetti ritratti, la star francese Vincent Cassel, l’Italia è rappresentata da Elodie, poi la conduttrice televisiva indiano-americana Padma Laskhimi. quel ragazzone britannico di origini nigeriane di John Boyega, che nel sequel di “Guerre Stellari” interpreta Finn, e altri personaggi della moda e del cinema.

Il primo calendario Pirelli, ricorda Marco Tronchetti Provera – vicepresidente esecutivo – è stato realizzato dal fotografo dei Beatles, Robert Freeman. L’edizione 2025 è invece opera del 34enne Ethan James Green, considerato uno degli astri nascenti del settore. Quasi tutte le foto sono state scattate sulle spiagge di Miami, le altre in studio. «Il calendario - spiega Green, - lo abbiamo chiamato “Refresh an Reveal” perché torniamo ai suoi inizi, celebriamo il corpo in nuovi modi che riflettono il presente». Al di fuori dei tecnicismi, nelle fotografie torna il nudo, ed è un’inversione di tendenza rispetto al recente passato quando – in generale – c’erano state polemiche sull’esibizione del corpo delle donne. E però oggi, dicevamo, c’è pure quello degli uomini, compreso quello dello stesso fotografo.

 

 

 

Torniamo a Tronchetti Provera, il quale incontra i cronisti in una sala del Mandarin davanti a una grande finestra dietro a cui c’è Hyde Park che brulica di gente che corre. «La bellezza è armonia, questo non è un calendario che vuole dare messaggi, è da guardare e poi ognuno coi propri occhi coglie gli aspetti che vuole. Non abbiamo la pretesa di essere una bussola, per dare messaggi a qualcuno. La fotografia - continua il vicepresidente di Pirelli, - è un’arte nobile, quella su carta rimane e quell’istante resta un istante, punto». Poi si parla anche d’altro. Qualcuno gli chiede che cosa ne pensi della vittoria di Donald Trump: «Per fortuna c’è stato un vincitore chiaro. La mia preoccupazione, da imprenditore e cittadino, era che ci fosse un lungo periodo di instabilità. I dazi? È tutto prematuro, vedremo cosa succederà nelle prossime settimane. Di sicuro ci saranno cambiamenti, alcuni in positivo altri in negativo. Si guarda la realtà e la si affronta. Se ci saranno dei problemi - conclude Tronchetti Provera, - si risolveranno».

 

 

 

Gli altri protagonisti degli scatti sono Simone Ashley, Connie Fleming, Martine Gutierrez, Hoyeon, Hunter Schafer, Jenny Shimizu e Jodie Turner-Smith. D’accordo, direte, ma perché Pirelli che produce pneumatici nel ’64 s’è inventata questo calendario? La Pirelli Uk Ltd, consociata inglese del gruppo della Bicocca, era alla ricerca di una strategia di marketing per superare la concorrenza nazionale. Da lì l’idea e l’ingaggio del fotografo dei Beatles. Altra curiosità: non è andato in stampa per nove anni, tra gli anni ’70 e’80, a causa della recessione economica. E ancora: nel 1987 Terence Donovan ha creato il primo calendario interamente dedicato alla Venere di colore, Naomi Campbell, sedicenne agli esordi. Che ricordi...

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