Musk neofuturista, ecco perché piace alla destra
La parola d’ordine è parlare malissimo di Trump e ancor più male di Elon Musk. Proseguono a ritmo serrato le astiose polemiche sul rapporto tra il fondatore di Tesla e patron di X e la destra, non solo americana. Il fastidio provocato dall’intervento di Musk alla festa di Atreju, un anno fa, si è riacuito nelle ultime ore, complice l’urticante (per la sinistra) vittoria di The Donald. E i commenti moralistici si sono sprecati: ma come, Musk ha avuto un figlio con la maternità surrogata e la destra lo accetta, lo invita, lo coccola? Il profilo del personaggio è tuttavia tale da rendere solido e duraturo il fascino esercitato sulla destra vecchia e nuova. $ per la ricchezza? Niente affatto. È per l’immaginario che Musk è in grado di intercettare. Il protagonista della space economy è infatti un’icona neofuturista e i suoi audaci propositi lo pongono in stretta relazione con l’avanguardia artistico-letterario-filosofica di Filippo Tommaso Marinetti.
«Orrore di ciò che è vecchio e conosciuto. Amore del nuovo, dell’imprevisto», diceva quest’ultimo e il motto si adatta alla perfezione anche a Elon Musk. Così come «l’uomo moltiplicato dalla macchina» è espressione antesignana della start up sulle neurotecnologie Neuralink fondata nel 2016. E aggiungiamoci il canto dei motori di Luciano Folgori, l’adorazione della «bellezza nuova» della velocità (fin da bambino Elon Musk costruiva razzi), l’estasi del volo “svicolante” degli aeroplani, la “modernolatria” di Boccioni, la grande religione del nuovo. La macchina che scandisce il canto del genio.
Il falco anti-Cina, ecco chi spunta nella squadrai di Trump: il messaggio è chiarissimo
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Allo stesso tempo, l’ardimentosa fiducia che Musk ripone nell’evoluzione umana non lo trattiene dal denunciare la deriva di un uso dell’intelligenza artificiale al servizio del pensiero unico e della cultura woke. Ecco dunque che uno come Elon Musk, nel pensiero e nell’immaginario della destra, può benissimo andare a braccetto con il teologo Benanti (consigliere di Giorgia Meloni sull’IA) perché entrambi credono che la tecnologia possa e debba avere un’etica. Non solo: Musk ha fatto di X il regno del free speech che è una bandiera della destra e subito dopo il suo avvento ha cacciato quattro manager tra cui la responsabile della chiusura dell’account di Donald Trump.
Paladino della libertà di espressione, è stato subito accusato di non controllare le fake news sul suo social mentre però Zuckerberg confessava candidamente di avere ceduto nel 2021, in piena pandemia, alle pressioni della Casa Bianca per censurare alcune notizie sul Covid non funzionali alla linea dell’amministrazione Biden. Ma oltre ad attirare su di sé le antipatie dello schieramento progressista per avere “liberato” l’uccellino (il simbolo di Twitter prima che arrivasse la X) Musk viene considerato pericoloso perla sua totale avversione al “virus” delle teorie gender che avrebbe infettato il figlio trans che oggi si chiama Vivian Jeanne Wilson e che ha annunciato di voler lasciare gli States dopo la vittoria di Trump alle presidenziali. Lo stesso virus che – ha sostenuto il miliardario sudafricano – ha reso Netflix “inguardabile”. Infine, c’è l’idea di conquistare Marte, di colonizzare il pianeta rosso.
Questo legame analogico tra il personaggio Musk e la fantascienza è illuminante per capire la nuova centralità di una figura che ormai troneggia nel mondo ideale della destra. Un mondo che, pur essendo antiprogressista, ha sempre visto nelle avventure spaziali il viaggio iniziatico verso un altrove alternativo alla realtà. Lo ha ben scritto l’appassionato di science fiction Gianfranco de Turris (che ha curato con Sebastiano Fusco le collane di fantascienza dell’editrice Fanucci) “Nella fantascienza c’è un’arditezza di temi che è molto simile a quella del pensiero d’avanguardia”. Il pianeta rosso è del resto anche al centro del primo romanzo della Space Trilogy di C.S. Lewis, grande amico di Tolkien e primo lettore “consulente” del Signore degli Anelli. Uscito nel 1938, “Lontano dal pianeta silenzioso” narra l’esplorazione del pianeta Malacandra (Marte) da parte del filologo Ransom che ha modo di apprezzare la pacifica spiritualità degli “alieni” così lontana dall’inquietudine e dell’irrazionalità degli abitanti della Terra.
"Telefonata Trump-Zelensky-Musk": i 25 minuti che possono cambiare la storia
GUARDA AI CIELI
Perché questo guardare ai cieli e alle stelle? «Se trovo in me un desiderio che nessun’esperienza di questo mondo può soddisfare – scriveva Lewis - la spiegazione più probabile è che sono stato fatto per un altro mondo». Alla fine è la tensione verso il trascendente che spinge gli uomini a oltrepassare le Colonne d’Ercole. E in questa visione ritroviamo il futurista eroismo del volo, le missioni planetarie e i mondi nuovi della fantascienza e anche l’avventurismo postmoderno e anarchico di Elon Musk. Tutto si tiene, tra equivalenze e dissomiglianze, per chi intende guardare più in profondità.
"Cosa penso di Elon Musk". Dopo la telefonata, parla Meloni: panico a sinistra e tra i vertici Ue