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Repubblica, gli insulti a chi vota Donald Trump: "Spazzatura bianca"

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Come rosicano i giornaloni di sinistra di fronte alla vittoria di Donald Trump. Basti pensare al titolo di Repubblica il giorno dopo il rovinoso voto. "Sono tornato", si legge in prima pagina con tanto di foto di Trump dagli occhi minacciosi. Anche se il meglio lo dà Gianni Riotta che definisce J.D. Vance il vice presidente, "cafone colto". Ma il quotidiano non se la prende solo con i membri del nuovo governo. No, Repubblica si spinge oltre attaccando chi ha votato per il tycoon. Ed ecco che questi milioni di elettori vengono definiti "maschi impoveriti, donne bianche e latinos". E ancora, Riotta punta il dito contro la "magica capacità da rabdomante di Trump di comprendere umori, istinti, bisogni, aspirazioni di operai, fattorini, braccianti, bidelle, disoccupati, guardiani…". Già, proprio quelli che, se votano a sinistra sono deboli da proteggere, mentre se votano Trump diventano "white trash", spazzatura bianca. E in una certa misura lo dice proprio Riotta, rievocando un aneddoto in cui il tycoon rivolgendosi a una modella che accompagnava un uomo d'affari a cui Donald propose di andare ad Atlantic CIty per visitare una sua casa da gioco, disse: "Che vuole dire white trash? Gente uguale a noi, ma con i soldi".

Il livore travolge però anche La Stampa che titola "Attenti a quei due". Chi sono i due? Semplice: Trump ed Elon Musk. E non manca l'esperienza personale, quella dell'editorialista Igiaba Scego: "Mia cugina ha votato Trump. Con lui si sente protetta e ascoltata". Poi l'elenco delle problematiche della parente e il commento: "Da qui che capisco, nel mio piccolo, quante frustrazioni si sono incistate in un voto solo".

 

 

Infine si accoda l'Unità. Qui si opta per attaccare Musk. Con una sua foto a tutta pagina, si legge: "Così il miliardario s’è preso l’America". Il contenuto dell'editoriale non è tanto diverso da quello degli altri giornali schierati: "C’è il rischio di una secca svolta reazionaria negli Stati Uniti, che può contagiare il mondo? Più che il rischio c’è la certezza. Dobbiamo tornare a usare la parola fascismo? Beh, quello che sta succedendo, e quello che probabilmente succederà nei prossimi mesi, è qualcosa di molto vicino".

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