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Melania Trump, tutte le balle sulla first lady: perché torna da Regina

Lavinia Orefici
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Si chiamava Amalija Knaus e veniva da un piccolo paese della Slovenia. Era nata in una terra ancora comunista e faceva l’operaia in fabbrica, la mamma di Melania. «Era una donna bella fuori e dentro». Così Donald Trump ha ricordato sua suocera, scomparsa lo scorso 9 gennaio, sul palco della vittoria di Palm Beach accanto alla moglie e a suo suocero Viktor, rimasto solo e in America. E chi ci torna più al paese dopo aver trovato l’America in America? Anche Melania è nata nell’attuale Slovenia quando la coca-cola era un lusso e chi se la poteva permettere un ricco. Adesso si appresta per la seconda volta a diventare la First Lady degli Stati Uniti. Che storia! Forse, anzi di sicuro, il suo sogno americano quando arrivò a New York 30 anni fa non si allungava fino alla Casa Bianca. Le bastavano le sfilate e le serate al Kit Kat, dove una sera del 1998 incontrò il suo destino, Donald Trump. Lei aveva 28 anni e lui il doppio, quattro figli, due ex mogli, un posto fisso nella classifica di Forbes tra i Paperoni d’America e la fama da play boy.

Anche quella sera lui arrivò al club al braccio di un’altra ma uscì col numero di Melania in tasca. Dal giorno dopo in poi lei ha sempre camminato al suo fianco, è diventata sua moglie e madre di suo figlio, il quinto. Poi, nel 2017, insieme hanno varcato la porta della Casa Bianca quando lui entrò da 45esimo presidente degli Stati Uniti e lei da First Lady, la seconda della storia nata al di fuori dei confini americani. Melania e Donald erano due outsider rispetto alla sobria Washington: lei con il suo passato da modella, lui da immobiliarista rampante, un curriculum non all’altezza, a detta dei più blasonati giornali del paese, di chi entra nella casa più famosa d’America da padrone.

ENIGMATICA
Ma tanto la politica del presidente divideva gli schieramenti, quanto la curiosità che circondava la moglie univa le cancellerie del mondo intero. Capelli lunghi, occhi di ghiaccio, sorriso enigmatico, a lungo lo sport preferito dei media è stato interpretarne il pensiero: «appena finisce il mandato scappa». Niente di più sbagliato. I Trump sono ancora i Trump! Melania è la First Lady che Donald ha costruito a tavolino. Affidata nelle mani di Vogue nel 2003, furono il potente direttore Anna Wintour e il suo braccio destro, André Leon Tally, a creare l’immagine di una donna adeguata alle ambizioni del tycoon. La consacrazione arrivò l’anno successivo quando sul tappeto rosso più esclusivo di New York, quello del Met Gala, Melania Trump si presentò con addosso un Versace Alta Moda, che Trump si era aggiudicato all’asta battendo l’offerta del produttore Harvey Weinstein, e all’anulare sinistro un diamante di Graff da un milione di dollari.

 

 

Si sposarono nel 2005 a Mar-a-Lago, il club privato di Trump, davanti ai grandi nomi d’America, tra i quali i Clinton, e Melania Trump conquistò la prestigiosa copertina di Vogue con un servizio fotografico di 14 pagine firmate da Mario Testino. Una volta diventata la terza signor Trump fu raggiunta da genitori a New York e il suo quartier generale divenne la mitica Trump Tower sulla Quinta Strada. Penthouse, baby! Come Julia Roberts in Pretty Woman! Dagli ultimi tre piani, con vista su Central Park, Melania aveva Manhattan ai suoi piedi. Era il sogno, vero, in vetro e cemento! La discesa in politica del marito cambiò tutto. L’annuncio arrivò in grande stile, come tutte le imprese che lo hanno visto protagonista. Dall’atrio della sua Trump Tower, che riflette cinquanta sfumature di oro, il 16 giugno 2015 Donald Trump annunciò la sua candidatura con il partito repubblicano a presidente degli Stati Uniti. Melania, come sempre era al suo fianco, e fu evidente fin da subito che quella moglie troppo bella avrebbe fornito materiale in abbondanza ai detrattori del marito.

Con l’ingresso alla Casa Bianca Melania Trump comprese fin dall’inizio cosa significasse essere la prima tra le donne d’America, per la sua gente e per la sua stampa. Vogue, che regala copertine alla galassia dem, da subito le voltò le spalle. Ogni aspetto della sua vita venne analizzato, pesato, misurato e giudicato inadeguato. Perfino il guardaroba, che Melania esibiva come più sofisticato strumento di fashion diplomacy, era sminuito, contrariamente alla tradizionale attenzione che la stampa normalmente rivolge ai look della First Lady. Entusiasmavano solamente gli scatti stizziti interpretati come segnali di sfida coniugale: c’è maretta in casa Trump!

COPPIA SOLIDA
In realtà con il marito, Melania condivide tempra e tenacia. Inoltre è dimostrata la sua più fedele alleata, a dispetto delle voci che davano il matrimonio al capolinea dopo gli anni della presidenza, con lei che trascorreva sempre più tempo a New York e lui a Mar-a-Lago, mentre le prime pagine dei giornali titolavano sui presunti tradimenti di Trump con la pornostar Stormy Daniels. E invece... Mentre tutto sembrava crollare, nel momento più buio, con i processi penali contro Donald Trump che si accumulavano, Melania è rimasta al suo posto, guardiana delle intemperie su un marito già tempestoso di suo, dimostrando che questi quattro anni non sono trascorsi invano. Lei sul palco si è mostrata più sobria e molto più sicura che in passato del suo ruolo, padrona dei suoi gesti, dei suoi passi, dei suoi sorrisi e perfino dei suoi baci. Adesso sa dove stare e cosa dire. E lo dirà. Welcome back Melania!

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