Antonio Scurati, il censurato Rai che fa comizi in Rai: scene surreali da Damilano
Dopo la notte di Halloween, coi suoi scheletri e i suoi fantasmi, sono arrivati Marco Damilano e Antonio Scurati. Per una puntata de “Il cavallo e la torre”, andata in onda il primo novembre, interamente dedicata A Catania, a Porto Torres, a Follonica, a Napoli, a Scalea, a Livorno, a Sestri Levante, a Cesenatico, a Viareggio, a Monopoli, ma anche più su, a nord, a Trieste, a Caorle, a Lignano, a Grado. Vale lo stesso. Praticamente ovunque. Se c’è qualcosa che accomuna l’Italia intera è il saper sfruttare uno scampolo di sole per stare all’aria aperta e in compagnia. Tocca arrivare un po’ prima rispetto all’estate, d’accordo, segue dalla prima (...) all’antifascismo (che fantasia...).
Luci basse, sfondo dello studio nero, Damilano col suo consueto sguardo severo e Scurati con maglietta e giacca scura: appena la trasmissione inizia si capisce che ci sarà poco da ridere. La situazione è grave, su quanto sia seria i pareri sono discordanti. Un quarto d’ora su Rai 3, a partire dalle 20.40, interamente dedicato all’autore di “M”. Mica male, per uno che sta in cima alla lista di quelli che la Rai dell’era Meloni avrebbe censurato... Ma tant’è...
Scurati, naturalmente, è lì soprattutto per presentare l’ultimo capitolo della sua saga su Mussolini: M. L’ora del destino, pubblicato da Bompiani. E allora non si può che partire da qui, dal Duce e dalla sua celebre ulcera, alla quale lo scrittore sembra molto interessato: «Anche nei volumi precedenti non avevo trascurato di raccontare il vissuto somatico di Mussolini. Lui aveva avuto una crisi gravissima di ulcera dopo l’omicidio di Matteotti. Noi sappiamo quanto il corpo del Duce sia stato oggetto di idolatria da parte delle masse fasciste e secondo me era importante raccontare che si trattava di un corpo malato. Cioè, il fascismo è una malattia». Non c’è fascismo senza ulcera, pare di capire. E ora rischiamo che tutti quelli con problemi digestivi vengano visti come potenziali squadristi...
Scurati, comunque, ci tiene a non passare per uno scrittore fazioso, se non altro per non rischiare di perdere una fetta consistente di lettori: «Io devo dire che, tutti lo sanno, scrivo questa saga sforzandomi di avere lo sguardo equanime del romanziere, non quello del militante politico che non sono. Però sicuramente sono antifasci sta...».
Fatto il doveroso spot al libro, la discussione vira sull’attualità. E non si può che partire dal post che Vasco Rossi ha dedicato a suo padre. «Il 31 ottobre del 1979 te ne sei andato piegato dalla fatica», ha scritto il cantante. «Ricordo ancora il tuo mezzo sorriso, caro papà... dolce e gentile... L’altra metà te l’avevano portato via i due anni di lager nazista a Dortmund che avevi dovuto scontare per non esserti voluto piegare alla barbarie del nazifascismo. Non ci crederai... ma sono tornati... lupi travestiti da agnelli...». Damilano legge il post in studio, quindi si rivolge a Scurati: «Sono torna ti?». Qualche attimo di studiato silenzio, un lungo sospiro da intellettuale impegnato, poi la risposta, con tono ancora più grave di quello già grave che aveva quando parlava di Mussolini: «Bè... tutte queste caratteristiche elencate da Vasco, che ammiravo in quanto rocker e che ora ammiro anche come uomo maturo che riflette sulla storia, effettivamente sono tornate. Poi lui non dice chi è tornato. Non fa nomi e cognomi...».
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E si arriva, finalmente, al famoso monologo “censurato” dalla Rai. Che Damilano declama, ovviamente in Rai, per la millesima volta: «Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana». Poi la domanda a Scurati: «Che significa la.
parola antifascismo?». E lui: «L’antifascismo siamo noi. Noi viviamo in un repubblica democratica, fondata su una Costituzione che scaturisce dall’antifascismo. Eppure ancora oggi non possiamo con serenità dirci tutti antifascisti,perché vorrei notare che sono passati alcuni mesi da quando c’è stata la querelle che mi ha impedito di leggere il monologo in Rai, e in questi mesi quella parola non è ancora stata pronunciata da chi ci governa. È quel pervicace rifiuto a pronunciare quella parola che inquieta e minaccia la democrazia liberale». Eccoci qui. La democrazia è minacciata. In Italia, ovviamente, dove al potere c’è chi non si dichiaraantifascista,maanchein America... provate a indovinare: per colpa di chi? Esatto, proprio lui. «La minaccia per la democrazia liberale è già qui», spiega Scurati, «la concezione della democrazia di Trump è manifestamente autoritaria. Che vinca o perda cambia poco». Insomma, non c’è molta alternativa: o trionfa la sinistra o rischiamo di finire male...
Un allarme democratico dietro l’altro e la trasmissione si avvia verso la fine. Il quarto d’ora a disposizione dello scrittore è quasi finito (come vola il tempo quando si parla di Mussolini e Trump...). C’è qualche secondo solo per un’ultima domanda: «Quando uscirà il quinto volume della saga?». Per la prima volta in tutta la serata, a Scurati scappa unmezzo sorriso: «Confesso che mi piacerebbe vederlo pubblicato per il prossimo 25 aprile». Perfetto, così ci saranno le solite polemiche contro il governo a trascinare le vendite... sperando (per loro) che nel frattempo Trump non abbia vinto le elezioni americane. O a certi antifascisti verrà unmal di stomaco che, al confronto, l’ulcera di Mussolini sembrerà una sciocchezza...