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Claudio Amendola, confessioni di un comunista: "Di cosa non mi vergogno"

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Quando si è comunisti, lo si è per tutta la vita. Claudio Amendola, celebre protagonista de I Cesaroni, non ha mai nascosto le sue simpatie verso la dottrina di Marx, Lenin e Gramsci. E, nel suo ultimo libro, ha anche raccontato un aneddoto che lo vede protagonista assieme a sua madre. Quando era ancora giovane, mamma Rita - "indipendente e fuori dalle regole" - lo aveva trascinato con sé in un’avventura nei Paesi dell’Europa dell’Est.

L'attore ha sottolineato che quel viaggio gli ha cambiato la vita. Per lui si è trattato di un'esperienza formativa, un "paradiso perduto" di uguaglianza e pari opportunità che sua madre idolatrava. Forse entrambi non consapevoli dei crimini contro l'umanità perpetrati nei Paesi aderenti al Patto di Varsavia. Ma tant'è. "La politica oggi la guardo e non la riconosco più", ha confessato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, sottolineando con amarezza la distanza tra i valori della sua gioventù e l’Italia di oggi.

 

 

Di recente, Amendola è tornato a parlare dei suoi trascorsi giovani. "Non ho nulla di cui vergognarmi", aveva confidato alla Stampa. "Anche il comunismo – ha raccontato – come il fascismo, è stato un fenomeno terribile del’900, se si pensa ai gulag dell’Urss. Ma io sono stato un giovane comunista in quest’Italia, con Berlinguer. E ricordo le mamme, gli operai, gli studenti, quella folla da cui traspariva la voglia di cambiare in meglio il Paese, con la libertà nel cuore: tutto questo non può essere sparito, sarà chiuso in qualche cassetto".

 

 

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