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Antonio Scurati, nuovo attacco al governo: "La minaccia per la democrazia è già qui, è in atto"

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Ci risiamo. Antonio Scurati torna ad attaccare il governo. Accade durante Il Cavallo e la Torre, la trasmissione su Rai 3 di cui è ospite venerdì 1 novembre. "L'antifascismo siamo noi - ribadisce nello studio di Marco Damilano -, noi che viviamo in una Repubblica democratica fondata su una Costituzione che scaturisce dall'antifascismo: se ancora oggi non possiamo consentire, con serenità e civiltà, di dirci tutti antifascisti, e sono trascorsi alcuni mesi dalla querelle che mi ha impedito di leggere il mio monologo e quella parola non è ancora stata pronunciata da chi ci governa, vedo una pervicace ostinazione nel riconoscere l'ovvio, cioè che l'antifascismo oggi per noi qui in Italia si identifica nella democrazia liberale".

E ancora, rincarando la dose: "Un pervicace rifiuto che è una minaccia alla democrazia liberale". Lo scrittore torna a parlare a sei mesi dal caso del monologo che avrebbe dovuto tenere proprio sulla terza rete Rai per celebrare il 25 aprile, bloccato poi da viale Mazzini. Un monologo di cui Damilano legge alcune frasi, aizzando Scurati: "Mentre da un lato resisto a usare parola fascista come stigma, dall'altro invito tutti a non temere dal futuro una minaccia per la democrazia liberale, perché è già qui, è ora, è in atto. Non è un ritorno del fascismo storico, perché non penso che Trump sia fascista nel senso proprio del termine, ma la sua concezione della democrazia, nei suoi atti giù compiuti, è manifestamente autoritaria. E una democrazia autoritaria è già di per sé una forte minaccia alla sopravvivenza della democrazia liberale".

 

 

Per Scurati, "che vinca o che perda Trump, che faccia la secessione o la lotta armata, la minaccia è già qui e ora". Quanto al ruolo degli intellettuali, "più passano i giorni e più mi rattristo. Gli intellettuali ma anche gli scienziati, i portatori di sapere, di conoscenza, vengono additati dai populisti come nemici del popolo, che cavalcano rifiuto per le élite fino al suicidio del mondo. Le oligarchie si sono meritate il sentimento di rigetto da parte del popolo, ma chi lo cavalca fino al suicidio del pianeta è sciagurato e colpevole davanti alla storia".

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