Dossieraggio, lo spione al telefono: "Oggi parlo con Report"
C’è anche il nome di Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report (Rai3), nelle carte dell’inchiesta sugli spioni di Milano. Ranucci (non indagato) viene citato in tre intercettazioni allegate all’informativa che ha portato, nei giorni scorsi, ad arresti e perquisizioni. La ricostruzione dei pm di Milano riguarda una presunta attività illecita di raccolta e vendita di informazioni sensibili, ottenute tramite accesso a banche dati riservate, da parte dell’agenzia Equalize di proprietà di Enrico Pazzali, capo della Fondazione Fiera Milano. Di lui scrivono i carabinieri di Varese: «Pazzali è “l’ombrello” del gruppo di via Pattari (sede dell’agenzia, ndr) ma ne è anche il principale procacciatore di clienti e affari [...] è attivo ai massimi livelli della politica nazionale, gode di amicizie e interazioni con i vertici delle principali amministrazioni pubbliche, forze dell’ordine, magistratura, Enti locali ma anche con la stampa e l’editoria».
Il primo riferimento a Ranucci si trova nella chiacchierata tra l’hacker del team, Nunzio Calamucci, l’imprenditore-investigatore privato Massimiliano Camponovo e Carmine Gallo, l'ex superpoliziotto diventato amministratore della Equalize. Il trio sta commentando una intrusione in diretta con un trojan nei pc di due «obiettivi». Gallo, malgrado la lunga esperienza da sbirro, non riesce tuttavia a capire perfettamente i meccanismi di accesso tramite virus nei computer altrui. E per questo domanda: «Fammi capire una cosa come [...] potrebbe aprire [...] i messaggi WhatsApp di tutti? [...] Perché sei entrato nel loro computer?». Calamucci e Camponovo si incaricano di illustrarne funzionamento e finalità.
LA GIUDICE E IL MARITO
La conversazione del febbraio 2023 poi prosegue tra i soli Calamucci e Camponovo a proposito di un incontro del primo con la giudice Carla Raineri, già capo di gabinetto dell’ex sindaco di Roma, Virginia Raggi, e presidente della I sezione civile della Corte d’appello del capoluogo lombardo, indagata nel filone sugli spioni per presunti dossieraggi ai danni del coniuge. Calamucci, ignaro delle microspie dei militari dell’Arma, si esprime come se fosse una fonte di Report: «Perché lei praticamente sta... per allontanare il marito... quindi gli sta depredando tutte le imprese, tutti gli immobili e poi lo farà mettere con l’amministratore di sostegno... perché ha il potere di fare questo, questa ci parlava di negri, puttane, cazzo... se la registravo era una puntata di Report che dava un milione a Ranucci...». Vero, millanteria? Passano due mesi e a tirare in ballo il giornalista Rai sono Galli ed Enrico Pazzali.
I due discutono della sentenza di archiviazione di Carlo Sangalli (probabilmente si tratta di una querela di quest’ultimo nei confronti di un’altra persona ritenuta insussistente dal gip, ndr) che l’ex dirigente della polizia di Stato ha recuperato attraverso suoi contatti. Sono entrambi interessati a specifiche parti del provvedimento sul leader di Confcommercio e della Camera di commercio milanese che, a loro dire, ne dimostrerebbero l’inaffidabilità («Una brutta figura ci fa eh [...] non è una bella cosa, è brutto proprio»). Gallo esorta il socio a studiare bene le carte per trovare altri spunti: «No, no, leggi bene, vedrai che ci sono dei punti... Sono quasi trenta, quaranta pagine, sono dei punti davvero...». L'altro è però ansioso di arrivare al nocciolo della questione: «Ma cosa dicono? È un mentitore seriale? Cosa ti dicono?». Gallo e Pezzali vogliono strumentalizzare l'archiviazione di Sangalli a livello mediatico. Ed elencano una serie di giornalisti a cui poter passare la notizia: Davide Milosa (Il Fatto), Angelo Giuzzi (Corriere della sera), Luca Fazzo (Il Giornale).
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L’IDEA DI VEDERE SIGFRIDO
Il patron dell’Equalize però ha una idea. Scrivono i carabinieri: «Pazzali propone di allertare la trasmissione Report di RaiTre: “Lo so, ci vorrebbe qualcuno... Report sarebbe interessante!”». Gallo si dice d’accordo e l’imprenditore indica proprio il conduttore come gancio: «Pazzali suggerisce di segnalare la cosa a Ranucci Sigfrido per il tramite di qualche altro giornalista: “No, bisogna, bisognerebbe segnalarlo a Sigfrido!”». Gallo replica: «Però non noi, perché ci vuole un suo collega!”». E rilancia: «Ragionaci, pensaci pure tu un attimino, poi mi dici!». I carabinieri chiosano: «Si dà atto che dall’analisi del traffico telefonico storico e dalle attività tecniche emergono contatti ed incontri tra il “gruppo” e numerosi giornalisti tra cui quelli sopra citati». E a un incontro con «Sigfrido» fa riferimento proprio Pazzali in una intercettazione del 23 febbraio 2024. Il presidente di Fiera Milano è al telefono ancora con Gallo. Parlano di contratti in Sicilia e di piani di lavoro da espandere anche in «altre regioni». Improvvisamente il capo dell’agenzia avverte l’amico e braccio destro: «Oggi vedo Sigfrido Ranucci». E l’altro, di rimando, esulta in napoletano: «Azzo, buona!».