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Marino Bartoletti: "Mio nonno ha salvato la vita a Benito Mussolini"

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Pochi sanno che la storia familiare di Marino Bartoletti si è intrecciata in maniera decisiva con quella dell'Italia, e nel modo più drammatico. Il nonno del giornalista, infatti, ha salvato la vita a Benito Mussolini in persona.

A rivelarlo è stato lo stesso mitico ex direttore del Guerin Sportivo e fondatore di Quelli che il calcio (due meriti che lo inseriscono di diritto nell'albo dei grandissimi del giornalismo non solo sportivo italiano), in una lunga e intensa intervista su La Stampa

Ripercorrendo la giovinezza, gli esordi in un giornalino che aveva coinvolto addirittura l'amico Lucio Dalla, per arrivare poi al maestro Gianni Brera, al Festival di Sanremo, alla Rai e alla scelta (quasi "per caso") di lanciare Fabio Fazio ai piani altissimi del piccolo schermo a inizio anni Novanta, il forlivese Bartoletti si sofferma sul ricordo del nonno. 

 

 

 

Nel 1978 il giornalista era inviato per Il Giorno ai Mondiali in Argentina. "Una mattina, a Buenos Aires, mi chiamarono dalla reception dell'albergo: 'C'è un commissario che vuole parlarle'. Salii sulla macchina senza conoscere la destinazione. Iniziai a spazientirmi, mi risposero: 'L'aspetta Venusta Mussolini'". Era la cugina di primo grado di suo nonno Armando.

 

 

 

"La famiglia di mio padre era originaria di Predappio, mio nonno fece da guardia del corpo al giovane Benito quando era ancora socialista, poi gli tolse il saluto. Prima però, nel 1911, lo salvò da un colpo di sciabola di un carabiniere a cavallo. Si tagliò il tendine della mano e per tutta la vita restò convinto di aver cambiato la storia d'Italia". E tutti i torti, forse, non li aveva.

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