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PiazzaPulita, Mario Calabresi zittisce Alan Friedman: "Loro non si sono dimenticati"

Claudio Brigliadori
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Forse per capire come andranno le Elezioni americane la prossima settimana e perché nei sondaggi Donald Trump ha recuperato tutto il terreno guadagnato da Kamala Harris nella sua breve luna di miele post-nominaton basta ascoltare Alan Friedman.

Il giornalista è nato a New York, ma ragiona con gli stessi schemi di quei fortunati che passano l'estate a Capalbio: se non vince chi dico io, è per colpa di tutti gli altri. Smessi per una sera i panni di “ballerino con le stelle”, si rituffa nell'attualità politica a PiazzaPulita, su La7. Ospite insieme a Mario Calabresi, ex direttore di Repubblica. Non proprio un conservatore, ecco. «L'inflazione è pesante, oggi la benzina costa più di 4 anni fa», sottolinea il fondatore di Chora Media.

 

 

 

Friedman scuote la testa: «Non è quello il punto, l'economia americana non andrà in recessione». «Perché, allora, gli operai sono arrabbiati?», domanda Formigli. Et voilà il Friedman-pensiero: «Quando Trump dice che l’inflazione negli ultimi due anni è stata colpa di Biden e Harris, la mente dell’America ci crede e ci casca. Quando Trump dice che le rate del mutuo dei cittadini costano di più, perché Biden ha fatto alzare i tassi d’interesse, la mente dell’America ci crede. La realtà è che l’inflazione scende e i tassi scendono. Sto parlando di un’America che non sa leggere, di tanti americani ignoranti». Tac.

 

 

 

«Ignorante è chi insulta», gli fa notare George Guido Lombardi. Riprende la parola Calabresi: «La realtà, però, è che l’inflazione c’è stata, i prezzi sono stati più alti, la classe operaia l’ha pagato questo e pensa che avere un altro uguale alla Casa Bianca non va bene. Loro non si sono dimenticati che quell’altro c’era durante il Covid e gli immigrati non entravano nel Paese». Mannaggia alla realtà, avrà pensato Alan. 

Calabresi contro Friedman, guarda qui il video di PiazzaPulita

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