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PiazzaPulita, il segretario di Magistratura Democratica contro Meloni: "In che misura è pericolosa"

R.T.
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Ha destato scalpore la lettera che il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, ha inviato ai colleghi di Magistratura Democratica domenica 20 ottobre. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha poi condiviso alcuni stralci sui suoi profili social, sostenendo che dimostrano come la magistratura italiana sia politicizzata e contro di lei. Difficile, oggettivamente, non condividere la tesi. Di questo si discute a PiazzaPulita, programma di approfondimento politico di La7 condotto da Corrado Formigli.

Tra i suoi ospiti, c’è Stefano Musolino, segretario nazionale di Magistratura democratica, che, incalzato da Formigli, si esprime così su Giorgia Meloni: "Considero pericolosa Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nella misura in cui chiede alla magistratura di essere collaborativa, di essere servente al governo, di rinunciare al suo dovere di applicare la legge e di non essere più solo giudice italiano, ma giudice europeo che è un suo obbligo, disapplicando la normativa nazionale difforme da quella europea. A parte che c'è una giurisprudenza della Corte di giustizia che è degli anni '70 su questo”. Insomma, anche per Musolino Meloni è "pericolosa", questo perché a suo giudizio chiederebbe alla magistratura di essere "servente" all'esecutivo. Un'interpretazione peculiare dell'operato di Palazzo Chigi che, semmai, chiederebbe semplicemente alla magistratura, o a parte di essa, equidistanza.

 

Formigli precisa: “C'è una sentenza della Corte di giustizia che prevale sulla norma interna e questo succede anche con il decreto realisticamente”. Musolino, quindi, conclude: “Le dico di più, c'è una legislazione nazionale che dice che se il giudice italiano non disapplica la norma italiana difforme da quella europea commette una violazione che può giustificare una sua responsabilità civile, questo lo dico per far capire la struttura della decisione del giudice Silvia Albano”.

I “12” immigrati sono stati portati a Bari dall'Albania con la motovedetta “Visalli” della Guardia costiera. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nei giorni scorsi ha stigmatizzato l’operato dei giudici. Aveva definito "abnorme" la sentenza sui centri in Albania. E ancora: “Affermare che il presidente del Consiglio, proprio perché non ha inchieste giudiziarie in corso a suo carico, è un pericolo maggiore di quello di Berlusconi e 'dobbiamo porvi rimedio’, è una frase di una gravità da prendere in considerazione. È molto indicativo, per la provenienza di tale affermazione, del clima istituzionale che vive la nostra democrazia. Meloni è stata eletta dal popolo e compito del giudice è solo applicare la legge tantomeno quello di porre rimedio alla volontà popolare".

 

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