Ranucci: "C'è altro su Giuli, lo mostreremo domenica". La replica del ministro: "Chiacchiericcio"
Alla fine Sigfrido Ranucci ce l'ha fatta: far tornare Report al centro dell'agenda politica italiana. Il pellegrinaggio in tutte le radio e le televisioni ha portato addirittura alle dimissioni di Francesco Spano, il capo di gabinetto del neoministro della Cultura Alessandro Giuli che era in carica da una decina di giorni appena.
Un nuovo scossone dopo il caso Boccia che ha portato al passo indietro di Gennaro Sangiuliano. Non a caso, lo stesso Ranucci ha parlato di "due nuovi casi Boccia, al maschile". Una allusione che non è affatto piaciuta a Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva che ha accusato il programma addirittura di "morbosità omofobe".
"Scalfarotto ha detto una str***ta, non sa di cosa sta parlando - è la replica sopra le righe di Ranucci, tornato a Un giorno da pecora su Radio 1 Rai -. Ma cosa c'è nell'inchiesta di omofobo? Scalfarotto sta parlando di una persona che si è sempre battuta, e ha anche pagato, per difendere i diritti dell'uomo. Io credo che abbia fatto molto di più Report nella sua storia che Scalfarotto come parlamentare per difendere i diritti". Scalfarotto si era detto impressionato in negativo dal fatto che "proprio un giornalista che si dice di sinistra abbia scelto di utilizzare questo tipo di inaccettabile gossip stile anni Cinquanta sui 'torbidi ambienti omosessuali'".
Ranucci ha risposto anche allo stesso ministro Giuli, che a dimissioni caldissime di Spano, inseguito dai giornalisti, ha replicato solo con un "L'apparenza inganna. Commedia francese...". Un film che per la cronaca narra la storia di un impiegato che per evitare il licenziamento si finge omosessuale.
"Dice che l'apparenza inganna? Lo dico anche io", replica Ranucci, secondo cui la vicenda Spano "è una piccola parte di quello che racconteremo domenica a Report. C'è un altro caso che riguarda il ministro Giuli. Dopo il servizio di domenica forse chi non ama Giuli in Fratelli d'Italia lo amerà ancora meno". "Non c'è nessun caso Giuli - taglia corto invece il ministro -, è ampiamente sopravvalutato il legittimo chiacchiericcio mediatico".