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Donatella Di Cesare, "con le zampe di velluto": l'ultimo sfregio alla Meloni

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A due anni dall’insediamento del governo Meloni si tracciano bilanci e si fanno riflessioni, soprattutto da parte di chi è finito all’opposizione deve cercare un’alternativa seria che, al momento, in Italia manca. Di questo si discute a DiMartedì", talk-show di approfondimento politico di La7, in cui l padrone di casa è Giovanni Floris. Quest’ultimo introduce uno degli ospiti, la professoressa Donatella Di Cesare, docente di Filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma.

La Di Cesare non ha una buona opinione del governo Meloni e parla di attacco alla democrazia: “In questi due anni c’è stato un peggioramento dell'Italia, del Paese, una brutalizzazione, ma quello che mi colpisce di più è lo smantellamento sistematico della democrazia. Credo che bisognerebbe veramente stare molto attenti, perché l'autoritarismo oggi, nel XXI secolo, non arriva in modi e forme eclatanti come un colpo di Stato, ma con le zampe di velluto, non ce ne accorgiamo”.

 

 

 

Floris, però, giustamente obbietta: “Non ce ne accorgiamo o lo vogliamo?”. Così la Di Cesare: “C’è la tentazione di affidarsi al capo, la tendenza a pensare che, in un mondo complesso come quello in cui viviamo, in un contesto internazionale così drammatico e di fronte a delle sfide enormi, è consolante che ci sia il leader, il capo che con la bacchetta magica riesce a difendere i nostri interessi. Quello che avviene, però, è secondo me esattamente l'opposto. Il governo Meloni rappresenta una forma di familismo tecnocratico, perché da una parte lei, in fondo, si è posta in una sorta di continuità rispetto alla tecnocrazia, ha accettato i poteri delle grandi imprese, dell'industria bellica, ha accettato anche una linea di politica estera iper-atlantista, molto schierata, nonostante il Paese abbia moltissime perplessità. Dall'altra parte c'è il familismo, un governo da conduzione familiare, quasi da setta e questo volto familistico è rassicurante”. 

 

 

 

Floris le chiede di specificare lo smantellamento della democrazia, la Di Cesare spiega: “L’attacco alla magistratura, ad esempio, ricordiamo che il magistrato anticamente è la figura-perno della democrazia. Poi l’attacco alla stampa, la premier Meloni in occasione dell’anniversario di governo non ha tenuto una conferenza stampa, questa mancanza di confronto pubblico è eclatante, è eclatante che venga depotenziato il dibattito pubblico. Poi la vicenda dell’Albania, che potremmo affrontare sotto molteplici aspetti, in primis quello umanitario. Cosa diventa l’Italia – argomenta la professoressa de La Sapienza – se non difendiamo i diritti umani? E poi, e voglio denunciarlo, perché secondo me non viene fatto abbastanza, c’è una sospensione del diritto. C’è uno Stato familistico che continua a sospendere il diritto, perché si ritiene sovrano e ignora completamente le leggi europee riconosciute. Questo deve far riflettere ed è una spia dello smantellamento della democrazia”.

Floris chiude con la solita riflessione: “Se dall’altra parte non c’è nulla però…”. E la Di Cesare concorda: “Giustissimo, quello che veramente è preoccupante è la mancanza di una opposizione sul problema della migrazione. Sappiamo che la destra ha costruito il suo consenso sulla migrazione, la fobia della migrazione resterà il perno della Meloni. Dall'altra parte qual è l'alternativa, cosa dice l'opposizione a proposito della politica migratoria? Potrei parlare anche di politica estera e fare altri esempi…”. 

Donatella Di Cesare a DiMartedì, guarda il video di La7

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